
Repressione e bavaglio, la dura vita dei giornalisti in Turchia, Egitto e Siria
Turchia, Siria, Egitto. Le storie di alcuni dei giornalisti zittiti, uccisi, dimenticati che pagano con la vita pur di difendere la libertà di stampa nei loro paesi.
Turchia, Siria, Egitto. Le storie di alcuni dei giornalisti zittiti, uccisi, dimenticati che pagano con la vita pur di difendere la libertà di stampa nei loro paesi.
Al regime di Pyongyang non è andato giù un articolo di un reporter della Bbc, che è stato arrestato, interrogato per otto ore ed espulso.
Condannati i reporter che svelarono un traffico d’armi dei servizi segreti della Turchia verso la Siria. Spari contro uno di loro davanti al tribunale.
L’Italia perde quattro posizioni nella classifica mondiale della libertà di stampa stilata da Reporter senza frontiere. Siamo ormai 77esimi.
La giornata rappresenta un’opportunità per celebrare i principi fondamentali della libertà di stampa e rendere omaggio ai giornalisti che hanno perso la vita nell’adempimento del proprio dovere.
Mazen Darwish, giornalista siriano attualmente in prigione, è il vincitore del World Press Freedom Prize 2015 istituito dall’Unesco.
Reporter senza frontiere ha pubblicato l’indice 2015 sulla libertà di stampa. Vanno male tutti, ma l’Italia un po’ di più.
L’attentato alla redazione di Charlie Hebdo del 7 gennaio 2015 ha preso di mira la libertà di stampa e di espressione di ognuno di noi.
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Il 3 maggio si celebra la Giornata mondiale della libertà di stampa per sottolineare l’importanza del diritto a esprimersi liberamente e per fermare le violenze e i soprusi di cui sono vittime i giornalisti in tutto il mondo.