Andrea Pastorelli, direttore generale di Teach for Italy, spiega come giovani talenti possano diventare agenti di cambiamento nelle scuole svantaggiate.
Libertà di stampa, un anno nero per l’Italia
Come da tradizione, Reporter senza frontiere (Reporters without borders) ha pubblicato l’indice sulla libertà di stampa aggiornata al 2015. La classifica prende in considerazione 180 paesi basandosi su diversi criteri, tra cui il pluralismo e l’indipendenza dei mezzi di informazione, il rispetto per la sicurezza e la libertà dei giornalisti e il grado di protezione
Come da tradizione, Reporter senza frontiere (Reporters without borders) ha pubblicato l’indice sulla libertà di stampa aggiornata al 2015. La classifica prende in considerazione 180 paesi basandosi su diversi criteri, tra cui il pluralismo e l’indipendenza dei mezzi di informazione, il rispetto per la sicurezza e la libertà dei giornalisti e il grado di protezione di cui godono a livello legislativo, istituzionale e infrastrutturale.
In generale l’anno che si è da poco concluso è stato difficile per chi fa informazione perché la libertà ha subito un calo preoccupante in tutti i continenti a causa di guerre, violenze, crisi economica e dei giornali. In particolare sono due terzi i paesi che hanno peggiorato la loro posizione.
In cima alla lista, come sempre, ci sono tre paesi scandinavi: Finlandia, al primo posto per cinque anni di fila, seguita da Norvegia e Danimarca. Al contrario, tra i peggiori ci sono Turkmenistan, Corea del Nord e Eritrea, all’ultimo posto.
L’Italia ha perso 24 posizioni, passando dal 49esimo posto al 73esimo. Secondo il rapporto il nostro paese ha vissuto un anno davvero difficile, tra intimidazioni (soprattutto di organizzazioni mafiose) e un incremento del numero di diffamazioni senza giustificazione.
Tra i nostri vicini, la Francia guadagna un posto arrivando al 38esimo posto. Gli Stati Uniti perdono tre posti (49), mentre ne guadagna dodici il Brasile arrivando tra i primi cento (99). Male la Russia (152) e la Cina (176).
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Le guerre scatenate dagli stati ci riportano a prima del 1945 e la tecnologia digitale favorisce le discriminazioni: non ci resta che la mobilitazione dal basso.
L’Italia perde quattro posizioni nella classifica mondiale della libertà di stampa stilata da Reporter senza frontiere. Siamo ormai 77esimi.
Si chiamava Saly, aveva cinque anni. Nello scatto vincitore del World press photo 2024, il concorso di fotogiornalismo più importante al mondo, non si vede un centimetro del suo corpo senza vita. E non si vede nemmeno il volto della zia, Ines Abu Maamar, che lo stringe forte a sé. Mohammad Salem, fotografo dell’agenzia Reuters,
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Il Bundestag ha depenalizzato la cannabis a scopo ricreativo, ponendo Berlino fra le capitali con le leggi più “rilassate” di tutta l’Unione europea. L’Italia resta in fondo, smarrita in un dibattito ideologico.
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Oltre 300 milioni di persone hanno accolto il Nawruz, il Capodanno persiano che celebra la primavera con balli, canti, cibo e riti spettacolari.