
Dopo lo scandalo del bacio non consensuale, Rubiales si è finalmente dimesso dal ruolo di presidente della Federazione spagnola.
Reporter senza frontiere ha pubblicato l’indice 2015 sulla libertà di stampa. Vanno male tutti, ma l’Italia un po’ di più.
Come da tradizione, Reporter senza frontiere (Reporters without borders) ha pubblicato l’indice sulla libertà di stampa aggiornata al 2015. La classifica prende in considerazione 180 paesi basandosi su diversi criteri, tra cui il pluralismo e l’indipendenza dei mezzi di informazione, il rispetto per la sicurezza e la libertà dei giornalisti e il grado di protezione di cui godono a livello legislativo, istituzionale e infrastrutturale.
In generale l’anno che si è da poco concluso è stato difficile per chi fa informazione perché la libertà ha subito un calo preoccupante in tutti i continenti a causa di guerre, violenze, crisi economica e dei giornali. In particolare sono due terzi i paesi che hanno peggiorato la loro posizione.
In cima alla lista, come sempre, ci sono tre paesi scandinavi: Finlandia, al primo posto per cinque anni di fila, seguita da Norvegia e Danimarca. Al contrario, tra i peggiori ci sono Turkmenistan, Corea del Nord e Eritrea, all’ultimo posto.
L’Italia ha perso 24 posizioni, passando dal 49esimo posto al 73esimo. Secondo il rapporto il nostro paese ha vissuto un anno davvero difficile, tra intimidazioni (soprattutto di organizzazioni mafiose) e un incremento del numero di diffamazioni senza giustificazione.
Tra i nostri vicini, la Francia guadagna un posto arrivando al 38esimo posto. Gli Stati Uniti perdono tre posti (49), mentre ne guadagna dodici il Brasile arrivando tra i primi cento (99). Male la Russia (152) e la Cina (176).
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Il boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro è ricoverato nell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, dove le sue condizioni di salute stanno peggiorando.
L’Italia perde quattro posizioni nella classifica mondiale della libertà di stampa stilata da Reporter senza frontiere. Siamo ormai 77esimi.
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