Guerre, disuguaglianze e crisi climatica rallentano la corsa agli obiettivi di sviluppo sostenibile: solo il 19 per cento raggiungibili entro 5 anni.
L’Italia perde quattro posizioni nella classifica mondiale della libertà di stampa stilata da Reporter senza frontiere. Siamo ormai 77esimi.
Il giudizio è senza appello. L’Italia ha perso in un anno ben quattro posizioni nella classifica della libertà di stampa stilata da Reporters sans Frontières. Un dato desolante e allarmante, che porta il nostro Paese dal 73esimo al 77esimo posto.
A farci retrocedere, spiega l’associazione, è il fatto che ancora oggi troppi giornalisti risultano minacciati per il lavoro che fanno. In particolare, “il numero di coloro che attualmente sono costretti a vivere scortati dalle forze dell’ordine è compreso tra trenta e cinquanta”. Intimidazioni e minacce di morte rendono il quadro “molto inquietante”, aggiunge l’organizzazione non governativa, e i primi a farne le spese sono “i reporter impegnati nelle inchieste sulla corruzione e sulla criminalità organizzata”.
Reporter senza frontiere cita le inchieste sul Vaticano, ricordando che “la giustizia se l’è presa con la stampa” nel contesto degli scandali Vatileaks e Vatileaks 2: “Due giornalisti rischiano otto anni di prigione per aver pubblicato dei libri nei quali venivano rivelate frodi all’interno della Santa Sede”, ricorda Reporter senza frontiere.
In testa alla classifica dell’associazione si sono piazzate tre nazioni europee: la Finlandia, i Paesi Bassi e la Norvegia. Quarta la Danimarca, seguita dalla Nuova Zelanda. La Germania è sedicesima, mentre le posizioni 38 e 41 sono occupate da Regno Unito e Stati Uniti. Più in basso la Francia, 45esima.
In generale, quello europeo resta il continente nel quale la libertà di stampa appare maggiormente tutelata. Nell’Ue, infatti, peggio dell’Italia fanno solamente Cipro, Grecia e Bulgaria. Al contrario, nel ranking mondiale fanno meglio del nostro paese anche Lesotho, Tanzania, Malawi, Senegal, Haiti, Niger, Botswana, Burkina Faso e Belize.
Lo stato che invece tutela di meno in assoluto la libertà di stampa è l’Eritrea, che si contende l’ultima piazza con la Corea del Nord e il Turkmenistan. Poco sopra, nella classifica figurano Siria, Cina e Vietnam. Da sottolineare, infine, il fatto che, nel complesso, l’Africa risulta aver fatto alcuni passi in avanti, nonostante la porzione settentrionale del continente (assieme al Medio Oriente) resti ancora la regione nella quale è più difficile esercitare la professione di giornalista.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
![]()
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Guerre, disuguaglianze e crisi climatica rallentano la corsa agli obiettivi di sviluppo sostenibile: solo il 19 per cento raggiungibili entro 5 anni.
Sono passati 10 anni da quando l’Onu ha fissato gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, inizia il countdown: ASviS fa il punto della situazione.
Tra inflazione e tagli agli aiuti, i progressi per azzerare la fame nel mondo sono ancora troppo lenti. Lo testimonia il rapporto Sofi2025.
Il futuro dei nomadi dell’India, i Fakirani Jat e i Rabari, è incerto. Tra tensioni geopolitiche e un clima che cambia, il patrimonio antropologico delle popolazioni nomadi è a rischio.
Uno studio di Ipes-Food rivela fino a che punto la produzione di generi alimentari sia legata ancora ai combustibili fossili.
Descritto dai dati delle piattaforme Microsoft, il lavoro d’ufficio è un flusso incessante di mail, riunioni e notifiche che soffocano la concentrazione.
La pista da bob di Cortina, dopo mesi di polemiche, è stata effettivamente costruita. Il commissario di Governo Simico racconta come ha portato in porto il progetto.
Troppe generalizzazioni, troppo spazio a guerre e povertà, poco ad ambiente e cultura e alle voci vere: lo dice il rapporto di Amref e Osservatorio Pavia.
Nel 2024 spesi 2.718 miliardi di dollari in armi, in un clima crescente di tensione. E le guerre rischiano di trasformarsi in profezie che si avverano.

