
Con la reintroduzione del suffragio universale in Somalia, i cittadini potranno votare direttamente il governo, per la prima volta dal 1969.
L’Italia perde quattro posizioni nella classifica mondiale della libertà di stampa stilata da Reporter senza frontiere. Siamo ormai 77esimi.
Il giudizio è senza appello. L’Italia ha perso in un anno ben quattro posizioni nella classifica della libertà di stampa stilata da Reporters sans Frontières. Un dato desolante e allarmante, che porta il nostro Paese dal 73esimo al 77esimo posto.
A farci retrocedere, spiega l’associazione, è il fatto che ancora oggi troppi giornalisti risultano minacciati per il lavoro che fanno. In particolare, “il numero di coloro che attualmente sono costretti a vivere scortati dalle forze dell’ordine è compreso tra trenta e cinquanta”. Intimidazioni e minacce di morte rendono il quadro “molto inquietante”, aggiunge l’organizzazione non governativa, e i primi a farne le spese sono “i reporter impegnati nelle inchieste sulla corruzione e sulla criminalità organizzata”.
Reporter senza frontiere cita le inchieste sul Vaticano, ricordando che “la giustizia se l’è presa con la stampa” nel contesto degli scandali Vatileaks e Vatileaks 2: “Due giornalisti rischiano otto anni di prigione per aver pubblicato dei libri nei quali venivano rivelate frodi all’interno della Santa Sede”, ricorda Reporter senza frontiere.
In testa alla classifica dell’associazione si sono piazzate tre nazioni europee: la Finlandia, i Paesi Bassi e la Norvegia. Quarta la Danimarca, seguita dalla Nuova Zelanda. La Germania è sedicesima, mentre le posizioni 38 e 41 sono occupate da Regno Unito e Stati Uniti. Più in basso la Francia, 45esima.
In generale, quello europeo resta il continente nel quale la libertà di stampa appare maggiormente tutelata. Nell’Ue, infatti, peggio dell’Italia fanno solamente Cipro, Grecia e Bulgaria. Al contrario, nel ranking mondiale fanno meglio del nostro paese anche Lesotho, Tanzania, Malawi, Senegal, Haiti, Niger, Botswana, Burkina Faso e Belize.
Lo stato che invece tutela di meno in assoluto la libertà di stampa è l’Eritrea, che si contende l’ultima piazza con la Corea del Nord e il Turkmenistan. Poco sopra, nella classifica figurano Siria, Cina e Vietnam. Da sottolineare, infine, il fatto che, nel complesso, l’Africa risulta aver fatto alcuni passi in avanti, nonostante la porzione settentrionale del continente (assieme al Medio Oriente) resti ancora la regione nella quale è più difficile esercitare la professione di giornalista.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Con la reintroduzione del suffragio universale in Somalia, i cittadini potranno votare direttamente il governo, per la prima volta dal 1969.
Il caso del giocatore del Real Madrid Vinicius, ma anche quelli dei giocatori dell’Inter Romelu Lukaku e della Juventus Dusan Vlahovic sono lo specchio di un problema del calcio col razzismo. È ora di dire basta.
La schiavitù moderna è un problema reale in varie zone del mondo. E riguarda anche i paesi del G20, perché importano beni che sono frutto di lavoro forzato.
L’obiettivo della giornata è quello di contribuire a sradicare l’omofobia e tutelare le minoranze.
Quello delle atlete trans è un tema sempre più di attualità che lo sport mondiale però non sa bene come gestire, in attesa che la scienza dica qualcosa.
Il servizio Nipote in affitto vuole ridurre il divario digitale nella popolazione anziana e favorire la collaborazione tra generazioni.
Da quattro anni il quadro globale della fame nel mondo è in costante peggioramento. Tra i fattori principali, la crisi climatica e quella economica.
Come ogni anno, Reporter senza frontiere ha valutato le condizioni della libertà di stampa in 180 paesi nel mondo. Il quadro che ne emerge è problematico.
La Life support di Emergency ha già salvato centinaia di persone. Il comandante Domenico Pugliese racconta il suo ruolo e l’esperienza a bordo.