Cibi OGM in USA

Cibi OGM in USA

Per la prima volta in USA i cittadini sono stati chiamati a scegliere, a pronunciarsi su un tema caldo come quello degli OGM, che si riverbera su tante altre questioni, la difesa dell’ambiente, la salute, il diritto di scelta, la consapevolezza. E hanno scelto. Gli americani non vogliono sapere se il cibo che mangiano è

OGM: venti risposte

OGM: venti risposte

In occasione del dibattito sull’etichettatura dei prodotti contenenti organismi geneticamente modificati in corso tra i Ministri dell’Unione Europea, l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha pubblicato il 15 ottobre sul proprio sito (www.who.org) venti domande, e relative risposte, sull’argomento. Dalle risposte traspare inequivocabilmente la posizione dell’OMS, posizione per a diversa da quella della FDA americana (Food

Sviluppo e sostenibilità o OGM?

Sviluppo e sostenibilità o OGM?

Mentre a Johannesburg i capi del mondo dibattono sul futuro dello sviluppo sostenibile, nella città di Harare, capitale dello Zimbabwe, si è concluso un vertice d’emergenza di tre giorni sulla grave crisi alimentare che sta affliggendo molti paesi africani. Un’alta dirigente dell’OMS, l’Organizzazione Mondiale della sanità (WHO, World Health Organisation), ha dichiarato, in conclusione, che

Consumatori attenti all’etichetta! di Giorgio Celli

Consumatori attenti all’etichetta! di Giorgio Celli

L’anno scorso, la Commissione del Parlamento Europeo, aveva fatto formale promessa che, nell’arco di pochi mesi, avrebbe deciso qualcosa nei riguardi dell’etichetta da porre sui cibi, perché i consumatori sapessero se quello che mettono nel piatto deriva o no da vegetali transgenici, altrimenti detti OGM, anche se non troppo propriamente. Si sa che questa esigenza

Aiuti umanitari e mais transgenico, cosa c’è dietro

Aiuti umanitari e mais transgenico, cosa c’è dietro

Nel maggio 2002 il primo grande “no”: 10mila tonnellate di mais transgenico destinate allo Zimbabwe vengono intercettate alle frontiere e dirottate (secondo l’ambasciata USA) verso altri Paesi: arrivavano in forma di grani che, se usati come semi, avrebbero potuto contaminare e modificare geneticamente le varietà locali di mais. E metà della popolazione dello Zimbabwe (12