Nel mese di settembre del 2015 le Nazioni Unite (Onu) hanno lanciato i nuovi target che vanno ad aggiornare e sostituire gli Obiettivi di sviluppo del millennio (Mdg), che avevano caratterizzato il periodo compreso tra il 2000 e il 2015. Si tratta dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (in inglese Sustainable development goals, Sdgs) che compongono l’Agenda 2030, un piano globale per il pianeta, le persone e la prosperità.
I 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile fanno riferimento a tematiche ambientali, sociali, economiche e istituzionali. Ciascuno di essi è suddiviso in una serie di target (in tutto sono 169) a loro volta misurati attraverso indicatori specifici. Per descrivere questo approccio olistico, si parla di cinque P dello sviluppo sostenibile: persone, prosperità, pace, pianeta, partnership.
I 193 paesi membri dell’Onu si sono impegnati a raggiungere questi obiettivi entro il 2030: si tratta di un percorso che non si limita alle istituzioni ma coinvolge tutte le parti della società, tra cui imprese, enti del terzo settore, mondo accademico, singoli individui, amministrazioni locali.
In Italia, la più importante iniziativa che diffonde la conoscenza dell’Agenda 2030 e monitora la sua attuazione è l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis). Si tratta di una rete che riunisce oltre 270 organizzazioni e, tra le altre cose, organizza ogni anno il Festival dello sviluppo sostenibile.
Su LifeGate dedichiamo molto spazio a spiegare nel dettaglio quali sono gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, in che modo guidano imprese e istituzioni e a che punto è la loro attuazione, in Italia e nel mondo.