Pandemia, guerra e cambiamenti climatici fermano la corsa dell’Italia agli obiettivi dell’Agenda 2030.
Rispetto al 2019 siamo migliorati solo in energia pulita e lavoro e crescita.
Male in tutti gli altri goal, tra cui parità di genere e disuguaglianze sociali.
Siamo un Paese in lieve ripresa economica (ma aspettiamo la possibile recessione dell’anno prossimo), e che rispetta un po’ di più (ma non troppo) l’ambiente. Ma siamo anche più poveri, economicamente e socialmente, a causa soprattutto del combinato disposto della pandemia, della guerra in Ucraina, della crisi climatica. È il quadro disegnato per l’Italia dal rapporto Asvis, l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, che nella sua pubblicazione annuale è solita certificare i miglioramenti o i peggioramenti del Paese per ciascuno dei 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Il trend di lungo periodo (dal 2010 in poi) ha visto l’Italia fare importanti passi avanti in diversi obiettivi, dall’accesso a una corretta alimentazione a una agricoltura più sostenibile, passando per salute, educazione, uguaglianza di genere, sostenibilità del sistema energetico, innovazione, consumo e produzione responsabili e lotta ai cambiamenti climatici. Rispetto alla condizione pre-pandemia, però, questa crescita si è fermata. Rendendo più complicato raggiungere gli obiettivi prefissati a livello delle Nazioni Unite per il 2030.
Un biennio molto difficile
Nel corso del 2021 infatti secondo il rapporto Asvis l’Italia ha migliorato i propri standard solamente in due ambiti: l’obiettivo 7, relativo a energia pulita e accessibile, e il numero 8, lavoro dignitoso e crescita economica. Ma anche questi due obiettivi sono a rischio ripiegamento, visti da una lato la decisione del governo di portare a massimo regime le centrali a carbone in via provvisoria, e dall’altro la recessione pronosticata da molti economisti a causa dell’aumento dell’inflazione.
Proprio per quanto riguarda la crescita, infatti, il brusco calo osservato nel 2020 a causa della pandemia viene compensato dalla ripresa economica del 2021, in cui è aumentato il reddito pro-capite e si è ridotto il tasso di infortuni sul lavoro (di nuovo in aumento però nel 2022, ndr). Aumenta però la quota di Neet, i giovani che non studiano né lavorano (+1,3 punti percentuali). Il miglioramento dell’ultimo anno, spiega il rapporto Asvis, è dovuto principalmente all’incremento degli investimenti (+2,1 punti percentuali), del pil procapite (+1.916 euro, pari a 28.381 euro nel 2021) e alla riduzione del part-time involontario (-0,5 punti percentuali, pari a 11,3 per cento nel 2021).
.@mims_gov: Costruire sentiero di sviluppo sostenibile è un tema difficile, si tratta di discutere di prospettiva di medio e lungo termine messa a rischio dalla crisi scaturita da invasione russa dell’Ucraina che genera effetti dirompenti su vita delle persone e delle imprese. pic.twitter.com/Ak611LRtv1
Per quanto riguarda invece l’energia pulita, Asvis evidenzia un andamento positivo negli ultimi 12 anni, determinato sia dall’aumento della quota di energia derivante da fonti rinnovabili sia dal miglioramento dell’efficienza energetica. Nel 2021, però, si registra un andamento sostanzialmente stabile che arresta il trend positivo connesso, per il 2020, agli effetti della pandemia. Ciò è dovuto principalmente all’aumento dei consumi energetici, che si erano ridotti nel 2020 e che incidono negativamente sull’indicatore relativo al rapporto tra energia derivante da fonte rinnovabile e consumi finali lordi (quota che passa dal 18,2 per cento del 2019 al 20,4 per cento del 2020, per tornare al 19 per cento nel 2021).
Tutte le altre notizie presenti nel rapporto non sono buone: mentre per altri due obiettivi (consumo e produzione responsabile, lotta ai cambiamenti climatici) viene confermato il livello del 2019, per tutti i restanti tredici obiettivi l’Italia fa segnare in due anni un passo indietro: parliamo di temi chiave come lotta alla povertà e alla fame, salute e benessere, istruzione, parità di genere, acqua pulita e sostenibilità idrica, e ancora innovazione e infrastrutture, riduzione delle disuguaglianze, vita sulla terra, pace, giustizia e solidità delle istituzioni. In tutti questi settori il livello registrato nel 2021 è ancora al di sotto di quello del 2019, a conferma che il Paese non ha ancora superato gli effetti negativi causati dalla crisi pandemica.
Le proposte dell’Asvis
Le indicazioni trasversali avanzate nel rapporto sono quelle formulate durante la campagna elettorale quando l’Alleanza ha consegnato alle forze politicheDieci idee per un Italia sostenibileda realizzare nella prossima legislatura, aprendo il manifesto anche alle firme della società civile. In sintesi:
Assicurare la coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile.
Disegnare il futuro partendo da presente.
Promuovere giustizia trasparenza e responsabilità.
Integrare la sostenibilità nel funzionamento del Parlamento.
Rendere più sostenibili ed equi i territori.
Impegnarsi per la giusta transizione ecologica.
Ridurre tutte le disuguaglianze e non lasciare indietro nessuno.
Tutelare la salute con un approccio integrato.
Garantire diritti e pace.
Rafforzare cooperazione e democrazia.
“I prossimi cinque anni saranno fondamentali per raggiungere tre grandi obiettivi sui quali il Paese è già impegnato”, sottolinea Asvis ovvero la realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), l’attuazione di una giusta transizione ecologica (incluso l’abbattimento del 55% delle emissioni climalteranti entro il 2030), il conseguimento degli obiettivi e target dell’Agenda 2030. Senza queste tre linee guida, sarà impossibile seguire un percorso autenticamente sostenibile entro la fine di questa decade: “Il tempo a nostra disposizione sta finendo”, hanno ricordato Marcella Mallen e Pierluigi Stefanini, copresidenti dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, “dobbiamo aumentare l’impegno per garantirci un futuro sostenibile e anche perseguire strade nuove, mantenendo l’Agenda delle Nazioni unite come stella polare del nostro agire”.