Wild angle, la rubrica per aprire gli occhi sul mondo animale
Wild angle è la nuova rubrica di LifeGate a cura di Chiara Grasso che esplora il mondo degli animali selvatici e la loro relazione con l’essere umano.
Wild angle è la nuova rubrica di LifeGate a cura di Chiara Grasso che esplora il mondo degli animali selvatici e la loro relazione con l’essere umano.
In meno di cinquant’anni abbiamo perso il 68 per cento dei vertebrati che insieme a noi popolano questo Pianeta. Ma non tutto è perduto, secondo il Wwf.
Si celebra l’importanza degli uccelli migratori, le cui infinite traversate sono messe a rischio dall’impatto antropico.
La madre e il suo cucciolo erano stati avvistati per la prima volta nel 2016. Ora le due giraffe bianche del Kenya sono state barbaramente uccise dai bracconieri, e si ritiene che al mondo rimanga soltanto un esemplare con le stesse caratteristiche.
Il pappagallo kea, originario della Nuova Zelanda, è uno degli uccelli più intelligenti al mondo. I ricercatori dell’università di Auckland hanno scoperto che riesce perfino a valutare le probabilità che un evento si verifichi. Una capacità che finora si riteneva appartenere soltanto all’uomo e alle grandi scimmie.
Come se i fuochi che stanno bruciando l’Australia non stessero già decimando la fauna locale, il paese eliminerà 10.000 fra dromedari e cavalli selvatici perché bevono troppa acqua.
I responsabili della crudele uccisione di un lupo, avvenuta a Coriano nel 2017, hanno patteggiato le rispettive pene di reclusione.
I ricercatori hanno scoperto che sopra i quindici gradi gli stambecchi interrompono le loro attività. Inoltre l’ecosistema in cui vivono sta subendo evoluzioni che mettono a rischio la sopravvivenza dei cuccioli.
L’albatro cauto è una specie australiana. Ogni anno, le coppie ritornano al proprio nido per riprodursi, ma spesso hanno difficoltà a reperire il materiale necessario per costruirlo. Per questo il Wwf ha pensato di dare loro un piccolo aiuto.
Il puma orientale è stato dichiarato ufficialmente estinto, ma recenti analisi genetiche hanno dimostrato che non si trattava di una sottospecie distinta.