
L’orsa Jj4 e l’orso Mj5 non saranno abbattuti almeno fino al 27 giugno. Lo ha decisio il Tar di Trento, accogliendo le istanze dei gruppi animalisti.
Il primo censimento nazionale del patrimonio faunistico keniano rivela che restano pochi esemplari di specie iconiche come il rinoceronte nero.
I risultati del primo censimento nazionale della fauna selvatica in Kenya non sono confortanti. L’operazione, durata tre mesi e costata oltre due milioni di dollari, ha infatti mostrato che cinque specie sono “in pericolo critico” di estinzione. Nella scala dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn), questa classificazione corrisponde al più alto grado di rischio e indica che gli animali hanno il 50 per cento di probabilità di estinguersi entro dieci anni o tre generazioni. Altre nove specie sono invece state classificate come “in pericolo”.
La iena macchiata e i kudu (sia maggiore sia minore) sono considerati “vulnerabili”. Si segnalano anche due specie protette – lo struzzo masai e lo struzzo somalo – e altre che, fortunatamente, corrono un rischio minimo, come l’ippopotamo, il bufalo e la zebra comune.
Stando al report, redatto dal Kenya wildlife service in collaborazione con il ministero del Turismo, le minacce più serie che incombono sulla fauna selvatica del Kenya sono la crescita demografica e l’urbanizzazione, la perdita di habitat causata dalla deforestazione e dalla costruzione di infrastrutture, i cambiamenti climatici e la conseguente scarsità di risorse, gli incendi e il bracconaggio.
Neanche le riserve naturali sono state risparmiate. Il ministro del Turismo, Najib Balala, si è detto preoccupato dal restringersi delle zone incontaminate che ospitano il ricco patrimonio faunistico della nazione africana. Su Twitter ha dichiarato anche di essere soddisfatto dei programmi che il paese sta mettendo in atto contro il bracconaggio che, in effetti, hanno consentito un aumento del numero di elefanti.
È necessario continuare su questa strada per evitare di isolare la fauna selvatica dentro sacche di aree protette o, ancor peggio, perdere per sempre specie meravigliose. Il censimento, più che suonare come un campanello d’allarme, deve quindi rappresentare il fischio d’inizio della partita per la loro salvezza.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
L’orsa Jj4 e l’orso Mj5 non saranno abbattuti almeno fino al 27 giugno. Lo ha decisio il Tar di Trento, accogliendo le istanze dei gruppi animalisti.
Dalla tutela della biodiversità alla lotta ai cambiamenti climatici, governi e parlamenti si muoveranno quando alzeremo abbastanza la voce.
Alle soglie del Parco nazionale d’Abruzzo sono stati ritrovati i corpi di lupi, grifoni e corvi imperiali. Sono morti dopo aver ingerito bocconi avvelenati.
Il rospo delle vanghe, una delle specie più a rischio per la crisi climatica, ritroverà il suo habitat naturale grazie a un progetto della Regione Lombardia
Un nuovo studio ha appena scoperto che le giraffe sono in grado di fare ragionamenti statistici, i test con le carote l’hanno confermato.
In cento anni in Africa abbiamo perso il 90% degli elefanti, mentre in Asia stanno scomparendo circa due terzi del loro habitat.
A Garlate un progetto animalista vincente per le nutrie della zona che, seguite dai volontari, non sono più un problema per coltivazioni e orti.
Aspettando l’11 maggio, giorno in cui verrà deciso il futuro di Jj4, l’orsa che ha ucciso Andrea Papi. Ripercorriamo quanto successo in questi giorni.
Un viaggio nel mondo delle api, accompagnati da Marco Valsesia, giovane apicoltore piemontese e autore del libro La vita segreta delle api.