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I soccorsi hanno funzionato, ma il sisma che ha colpito il centro Italia riapre il tema della messa in sicurezza. Cos’è Casa Italia, il programma ventennale che vorrebbe il governo.
La “macchina dei soccorsi” ha funzionato benissimo. Per quanto riguarda la ricostruzione, il governo ha già stanziato 50 milioni di euro promettendo che, entro un mese, nessuno dei circa 3.500 sfollati dormirà ancora in tenda. Ma a quasi una settimana dal terremoto che, sette anni dopo L’Aquila, ha colpito di nuovo il centro Italia distruggendo quattro comuni tra Lazio, Umbria e Marche (Amatrice e Accumoli nel reatino, Arquata e Pescara del Tronto nell’ascolano) e causando 292 vittime, il tema dell’emergenza inizia a lasciare il passo a quello, fondamentale, della prevenzione, sul quale l’Italia si è scoperta di nuovo drammaticamente indietro. “Non è questo il momento di fare polemiche”, aveva risposto in conferenza stampa a Rieti il primo ministro Matteo Renzi a una giornalista che gli chiedeva proprio dell’applicazione dei piani antisismici. Adesso, però, arriva un ambizioso piano, denominato Casa Italia che punta a mettere al sicuro tutto il territorio nazionale.
Nulla di ufficiale ancora perché il piano sarà presentato agli enti locali, ai sindaci e agli esperti nei prossimi giorni e il consiglio dei ministri convocato d’urgenza dopo il sisma del 24 agosto si è occupato solo dell’emergenza, ma Renzi ha già anticipato il suo pensiero: un piano ventennale per il quale è stato consultato anche l’architetto e senatore a vita Renzo Piano che parte da incentivi e riduzione del fisco per i lavori di adeguamento degli edifici, dal valore di due miliardi l’anno. Ma che contenga anche misure che siano più incisive (e magari anche meglio comunicate) dell’ecobonus, la detrazione fiscale del 65 per cento sugli interventi antisismici che già era presente nella scorsa legge di stabilità.
Casa Italia infatti, nelle intenzioni del governo, dovrebbe andare ben oltre gli incentivi per la messa in sicurezza degli edifici privati e dovrebbe conglobare anche alcuni interventi già in cantiere: quelli per l’ammodernamento delle scuole. La scuola di Amatrice è stata posta sotto sequestro dalla Procura: era stata dichiarata antisismica, ma è crollata con tutto il paese. Gli istituti saranno affidate a una unità tecnica specifica, per un investimento di quattro miliardi di euro complessivi; quelli sul dissesto idrogeologico, per il quale vi sono già progetti per 1,3 miliardi; quelli per le periferie, delle quali già si occupa Renzo Piano, per quasi un miliardo di fondi. Poi ci saranno 500mila euro destinati all’agibilità di 25mila case popolari e altri due miliardi mettere al sicuro strade e ferrovie, naturalmente coinvolgendo Anas e Ferrovie dello Stato.
In totale, dunque, si parla di un piano da quasi 50 miliardi di euro, sebbene molti di questi diluiti nell’arco di un ventennio. Perché, dice Renzi, “quello che è mancato in passato è la costruzione di un progetto paese basato sulla prevenzione: non solo reagire, non solo ricostruire, ma prevenire. E dunque serve un deciso cambio di mentalità. Nessuno di noi potrà bloccare la natura, ma perché non cambiare mentalità e lavorare – tutti insieme – a un progetto che tenga più al riparo la nostra famiglia, la nostra casa?”. Per giovedì 1 settembre, intanto, il sottosegretario Claudio De Vincenti è stato convocato in parlamento: sarà la prima occasione per discutere pubblicamente del futuro del paese.
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