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Secondo uno studio, la casa automobilistica giapponese è risultata la prima in classifica nelle ricerche online di 74 Paesi del mondo su 193 analizzati in totale. E intanto le vendite di auto ibride Toyota continuano a segnare nuovi record.
A Google chiediamo qualsiasi cosa, così analizzando i dati del motore di ricerca si può scoprire molto riguardo ai nostri dubbi, le nostre curiosità, i nostri desideri. Dalle parole più ricercate alle domande più frequenti, dai personaggi più googlati alle ricette più digitate, si possono ricavare informazioni su gusti, abitudini e bisogni delle persone in ogni settore. Ecco allora che, a proposito di auto, qualcuno si è chiesto anche quale fosse il brand più cercato del 2016. Quickco, distributore britannico di ricambi auto in franchising, ha infatti condotto uno studio per rispondere proprio a questa domanda e ha scoperto che il marchio più cercato su Google, per nazione, durante l’anno appena trascorso è stato Toyota.
Quickco ha effettuato la ricerca in 193 Paesi del mondo e la casa automobilistica delle Tre Ellissi è risultata in cima alle classifiche di 74 di questi. Al secondo posto si è classificata invece Bmw (51 Paesi), al terzo Honda (17 Paesi). A seguire Hyundai, Honda, Chevrolet, Renault, Volkswagen, Mercedes-Benz, Fiat, Peugeot, Mini, Bugatti, Jaguar, Suzuki, Volvo. Toyota è il marchio più googlato ad esempio in Groenlandia, negli Stati Uniti, in alcuni Paesi del Sudamerica come il Venezuela, in Arabia Saudita, in molti Paesi dell’Africa centrale, in Cina, in Australia.
E in molti non sembrano fermarsi alla ricerca di informazioni online. Se Toyota è il brand di auto più cercato su Google per nazione, anche le vendite della casa giapponese continuano a segnare nuovi record. Lo scorso gennaio, Toyota ha raggiunto i 10,05 milioni di veicoli ibridi venduti, confermandosi leader mondiale nel settore. Una cifra destinata a superare se stessa se si considera che solo durante il primo mese dell’anno sono state vendute 105.300 auto in tutto il mondo, di cui 43.500 in Giappone, 15.300 in Nord America, 30.300 in Europa e 16.200 negli altri mercati.
Vendite che, secondo le stime di Toyota dal 1997 (anno di uscita sul mercato della prima Prius) ad oggi, significano 77 milioni di tonnellate di CO2 in meno nell’ambiente rispetto a quanto avrebbero emesso veicoli di dimensioni e performance equivalenti, e un risparmio di circa 29 miliardi di litri di carburante. E la casa delle Tre Ellissi non si ferma: come annunciato nel 2015, l’intento è quello di ampliare ulteriormente la gamma delle ibride per continuare a minimizzare l’impatto ambientale delle automobili e del loro ciclo di produzione. “Quando lanciammo sul mercato la Prius nessuno aveva idea di che cosa significasse la parola ibrido – ha commentato Takeshi Uchiyamada, padre della Prius e Chairman del Board of Directors di Toyota – Chi la guidava veniva additato come geek. Oggi, grazie a quei pionieri l’ibrido ha consolidato la sua popolarità ed è uscito dalla nicchia. Siamo grati a tutti i clienti che ci hanno aiutato a raggiungere questo importante traguardo: continueremo a lavorare insieme a loro per risolvere le questioni ambientali che ci attanagliano“.
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