Le attività di deforestazione negli Stati Uniti saranno molto più semplici. L’amministrazione ultra-conservatrice di Donald Trumpha infatti approvato un decreto d’urgenza (tecnicamente un’Emergency situation determination) che elimina una serie di protezioni ambientali che tutelavano oltre la metà dei terreni gestiti dal Servizio forestale americano. La decisione fa seguito a un altro atto, firmato il 1 marzo scorso, che punta a intensificare fortemente lo sfruttamento delle aree boschive, con l’obiettivo di produrre più legname e ridurre di conseguenza la dipendenza dalle importazioni canadesi.
The Trump administration has removed environmental protections covering more than half of the land managed by the U.S. Forest Service as part of the president’s aim to significantly bolster the U.S. logging industry. https://t.co/mQAlfFs1iD
— The Washington Post (@washingtonpost) April 6, 2025
Perché disboscare non limita gli incendi
I rischi legati a tale scelta sono però enormi. E ciò non soltanto per il clima. È noto infatti che diminuire l’estensione delle foreste significa poter contare su una minore capacità della Terra di assorbire le emissioni di biossido di carbonio prodotte in eccesso dalle attività umane, alimentando così il riscaldamento globale. Ma la decisione di Trump pesa anche sulla biodiversità, e in particolare sulle specie in via di estinzione. E, infine, rischia di accrescere il pericolo di incendi, anche se ciò potrebbe apparire controintuitivo.
Si potrebbe essere infatti portati a credere alla retorica avanzata dallo stesso presidente americano, secondo il quale intensificare le attività di sfruttamento forestale potrebbe limitare il divampare di roghi. Meno alberi, meno “combustibile” per gli incendi. Ma è davvero così semplice? Chad Hanson, scienziato specialista di incendi forestali, ha spiegato al quotidiano inglese The Guardian che le modificazioni dei microclimi provocate dalle operazioni di disboscamento creano in loco condizioni di maggiore caldo e aumentano l’aridità della vegetazione, il che favorisce proprio il propagarsi delle fiamme. È, d’altra parte, esattamente ciò che è accaduto a Los Angeles nei mesi scorsi.
La società civile non potrà presentare ricorsi per proteggere le foreste
Eppure, è proprio questa una delle principali argomentazioni avanzate dalla Casa Bianca per giustificare la decisione. L’altra, quella commerciale, è allo stesso modo foriera di dubbi: l’agenzia Associated Press ricorda che, benché in misura minore, anche l’amministrazione precedente, diretta dal democratico Joe Biden, aveva tentato di misure pensando di limitare gli incendi e aumentare la produzione di legname. Ma le vendite della materia prima sono rimaste piuttosto basse nel corso del mandato presidenziale.
The Trump administration has made a move to log 112 million acres of our national forests! 🤬 Agriculture Secretary Brooke Rollins issued an order today that would open up 112 million acres of our national forests to logging by private corporations. The order would also gut… pic.twitter.com/wUQo2wxiya
Ad ogni modo, il decreto di Trump è ormai legge. E, tra le altre cose, impedisce anche che sulle foreste in questione possano essere avanzate obiezioni da organizzazioni della società civile, rappresentanti delle popolazioni e governi locali, che finora hanno potuto depositare per lo meno dei ricorsi amministrativi. Si tratta di procedure che Trump vuole impedire poiché non di rado bloccano a lungo le attività. La nuova normativa, inoltre, limita la lista di alternative possibili che possono essere avanzate dai funzionari federali al momento della valutazione dei progetti di disboscamento.
Un’area grande più della superficie della California
Concretamente, a farne le spese sarà una superficie pari a 455mila chilometri quadrati: parliamo di aree situate soprattutto nelle porzioni occidentale e meridionale degli Stati Uniti (ovvero quelle maggiormente soggette a mega-incendi). Per avere un termine di paragone, complessivamente si tratta di un’area grande più della California.
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