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Intorno al fenomeno del turismo sessuale di massa ruotano enormi interessi economici con un vorticoso giro d’affari che fattura milioni di dollari
La straordinaria espansione dei mezzi di trasporto aereo e il conseguente aumento del numero di turisti che attraversano i continenti in lungo e in largo, hanno trasformato il nostro pianeta in un gigantesco parco di divertimento estremo.
La globalizzazione economica, il divario nord-sud, il basso grado di scolarizzazione, la corruzione, il degrado dell’immagine della donna, le migrazioni clandestine, l’esasperazione della sessualità da parte dei giovani e dei popoli occidentali, gli sviluppi dell’industria del sesso, sono alcune delle ragioni all’origine della prostituzione a scopi turistici nel mondo.
Il sesso per turisti è compreso, quasi sempre in maniera mascherata, nei pacchetti venduti dalle agenzie di viaggio oppure è contemplato tra i servizi di queste ultime. Fanno la loro parte organizzatori di charter, strutture ricettive e di intrattenimento, che sono invece copertura di attività illegali legate alla criminalità organizzata e destinate al traffico e allo sfruttamento degli esseri umani.
Nella fitta e intricata rete di complicità del turismo sessuale cadono donne, adolescenti e minori che hanno sofferto e continuano a soffrire forme di violenza intrafamiliare o extrafamiliare, l’assenza di legami familiari, il fallimento dei sistemi di protezione tradizionali, miseria e privazione endemica, disoccupazione.
Il turismo sessuale è diventato un business che ogni anno sposta milioni di persone dal Nord America e dall’Europa occidentale in cerca di avventure sessuali a buon mercato in qualche paradiso esotico.
Nonostante l’esistenza di una sempre più fitta rete internazionale di movimenti sociali, Ong e istituzioni, attivamente impegnate nell’affrontare la piaga del turismo sessuale, e nonostante molte nazioni abbiano da tempo iniziato a dotarsi di strumenti legislativi specifici atti a combattere la prostituzione turistica e lo sfruttamento sessuale di donne e bambini, le economie di molti paesi poveri sono sempre più dipendenti dai lavoratori del sesso.
Secondo dati recenti forniti dall’Ecpat, una rete di organizzazioni internazionali presente in 70 paesi e impegnate nella lotta contro ogni forma di sfruttamento sessuale commerciale dei minori, nella graduatoria dei Paesi che praticano questa forma di turismo deformato, gli italiani risultano al primo posto. Un altro triste primato di cui faremmo volentieri a meno.
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