
L’Unione europea investirà 998 milioni di euro in nuove infrastrutture energetiche come previsto dalla più ampia strategia del green deal europeo.
La cittadina dell’est dell’Australia è stata scelta per diventare la prima “ZNet town”, ovvero la prima città a generare il fabbisogno locale di energia da fonti rinnovabili.
Un progetto che durerà circa una decina d’anni e che farà di Uralla la prima città del New South Wales e di tutta l’Australia a produrre il 100 per cento del fabbisogno energetico da un mix di fonti rinnovabili, tecnologie per l’accumulo di energia e innovazioni per la gestione intelligente dell’energia.
L’annuncio è dello scorso settembre quando lo stesso governo dello Stato australiano congiuntamente alla Starfish Enterprise, associazione che realizza progetti nel campo di quelli definiti come Commons collaborativi.
Entusiasta il sindaco di Uralla, Michael Pearce, che ha dichiarato ad una testata locale di essere stati selezionati per rappresentare l’Australia intera. La cittadina (che conta 2.400 abitanti e 6.500 in tutta la contea), ha già una buona percentuale di fotovoltaico installata su abitazioni ed esercizi commerciali. Ma tutta la ZNet town vedrà un progetto organico e integrato. A partire dall’installazione di piccole centrali eoliche e dalla realizzazione di importanti interventi di efficienza energetica.
La cosa interessante da notare è come siano Paesi come Germania, Francia e Danimarca ad essere presi come esempio. Piccoli centri urbani dove la parola smart city è diventata realtà. L’energia è prodotta da fonti rinnovabili, gestita e scambiata in rete, accumulata quando c’è un surplus di produzione. Insomma il vecchio continente ha ancora molto da insegnare.
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