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Una sorta di Tripadvisor per ciclisti, Wecity descrive il grado di pericolosità delle strade nelle maggiori città italiane. Reggio Emilia la più sicura, Genova la più pericolosa.
Una mappa fatta da ciclisti per i ciclisti. È questa in pratica la nuova funzione dell’app Wecity, che ha permesso di realizzare l’Indice di ciclabilità urbana, grazie alla collaborazione dei 30mila utenti che fino ad oggi utilizzano l’app. Un algoritmo in grado di calcolare la qualità delle strade cittadine in fatto di sicurezza per chi pedala, grazie ai chilometri mappati, alla presenza di piste ciclabili e alle recensioni degli stessi ciclisti.
Ne è risultata una prima classifica, che vede al primo posto come città bike friendly Reggio Emilia (con un’indice di 3.3 dove 5 è il massimo), seguita da Torino, Modena e Bologna. La città emiliana si è così distinta sia per la quantità di chilometri mappati, sia per la possibilità che hanno i ciclisti di circolare contromano. Il capoluogo piemontese invece spicca grazie agli 800 km mappati, mettendo in luce i punti più pericolosi e quelli più sicuri, mentre Modena, con un indice di 3.05, è al momento la città con la più alta copertura di strade mappate.
“Sono una forma di restituzione dei dati raccolti grazie agli utenti”, spiega Paolo Ferri, ceo di Wecity, riferendosi alle mappe. “In un mondo dove ogni giorno accettiamo, senza neanche leggerli, ‘termini & condizioni’ che stabiliscono come verranno utilizzati i nostri dati, abbiamo voluto rendere evidente lo sforzo e il risultato collettivo, mettendo queste mappe a disposizione di chiunque”. I big data in questo caso servono per votare il percorso appena concluso, determinandone il livello di sicurezza. Cos come accade per hotel, ristoranti, prodotti acquistati online.
I dati sono allarmanti. Secondo l’Istat, nel 2015, i ciclisti morti in sella ad una bicicletta sono stati 252, uno ogni 35 ore. Tra i nomi illustri recentemente scomparsi, quelli del capitano dell’Astana e vincitore del Giro d’Italia, Michele Scarponi, il pilota Nicky Hayden, e la triatleta Julia Viellehner. Tutti investiti mentre si allenavano.
Recentemente anche uno studio danese ha realizzato una sorta di classifica per valutare quanto le città siano a misura di ciclista. Non sorprende che tra le prime 20 posizioni del Copenhagenize Index non ci sia nemmeno un città italiana. Se nelle primissime posizioni si trovano città come Copenaghen, Amsterdam e Utrecht, nel fondo classifica ci sono metropoli come Buenos Aires e Montreal. Parigi, Berlino, Siviglia, Barcellona. Da Nord a Sud le città europee stanno investendo nella mobilità ciclistica. L’Italia ha dunque bisogno di un “colpo di reni” per tornare in corsa.
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