La capitale dello Sri Lanka ha sottratto le plaudi che la circondano ai rifiuti, grazie agli sforzi delle istituzioni e della comunità.
Zimbabwe, un cacciatore professionista è stato ucciso dai coccodrilli
I resti del cacciatore sudafricano Scott van Zyl, scomparso la scorsa settimana, sono stati rinvenuti all’interno di due coccodrilli nel fiume Limpopo.
Scott van Zyl, 44 anni, uccideva animali per professione accompagnando in giro per l’Africa facoltosi clienti disposti a spendere piccoli capitali per abbattere specie grandi e ambite, come rinoceronti, leoni, elefanti, bufali e leopardi. Lo scorso venerdì van Zyl, titolare della società Ss Pro Safaris, si trovava in Zimbabwe, impegnato in una battuta di caccia con un cliente e la sua muta di cani. I due uomini si sono separati addentrandosi nella macchia e da allora nessuno ha più visto van Zyl.
L’incidente
Verso sera i cani sono tornati al campo base senza il padrone e sono state organizzate subito diverse squadre di soccorso, sia aeree che subacquee, per ritrovare il cacciatore scomparso. Sono state anche distribuite fotografie dell’uomo nei villaggi dei pescatori che sorgono nella zona, ma van Zyl sembrava essere scomparso nel nulla. Fino a quando, sulle rive del fiume Limpopo, sono state trovate alcune tracce dell’uomo e il suo zaino.
Tracce di Dna nei coccodrilli
Il fiume è abitato dai coccodrilli del Nilo (Crocodylus niloticus), enormi predatori con la pessima fama di mangiatori di uomini. Le forze dell’ordine impegnate nella ricerca del cacciatore, sospettando potesse essere stato vittima dei coccodrilli, hanno sparato a due esemplari per poterli analizzare. Al loro interno sono stati rinvenuti resti umani che, grazie al test del Dna, sono stati attribuiti proprio a Scott van Zyl.
Una morte senza senso e un’attività senza senso
Le circostanze che hanno portato alla morte del cacciatore sono state definite “senza senso” dall’associazione conservazionista One Green Planet. “L’uomo non avrebbe dovuto essere a caccia, in primo luogo – si legge in un comunicato dell’associazione. – Gli animali in natura … sono selvatici, sono esseri viventi e pensanti con forti istinti di sopravvivenza”.
Il conflitto tra uomini e coccodrilli
Scott van Zyl si aggiunge alla lista delle vittime provocate quest’anno dai coccodrilli in Zimbabwe, il cacciatore è infatti almeno la quarta vittima del 2017. Tra le cause di questi attacchi fatali ci sono le forti piogge che hanno colpito il paese lo scorso mese e che hanno spinto i coccodrilli ad ampliare i propri territori di caccia. Questi grandi rettili si cibano principalmente di pesci, antilopi e zebre, ma non hanno alcuna difficoltà ad uccidere e a smembrare un essere umano se si presenta l’occasione. L’aumento degli attacchi è anche imputabile all’estensione degli insediamenti umani nei pressi dell’habitat dei coccodrilli.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Lo status del lupo cambia dando più libertà agli abbattimenti. Avremmo invece bisogno di più prevenzione. Ne parliamo con il responsabile area animali selvatici di Lav, Massimo Vitturi.
Un aumento del 30% rispetto all’anno precedente, che risente anche delle conseguenze dei cambiamenti climatici.
I ricercatori stanno aiutando dei molluschi della Florida a riprodursi spostandole in zone con un alto numero di partner con cui accoppiarsi.
In India il drastico calo di avvoltoi ha causato la morte di più di 500mila persone. Questi uccelli sono vitali per la salute pubblica e ambientale.
È stato possibile grazie all’intervento di oltre 730 persone che hanno utilizzato dei droni e hanno fatto più di 7.000 ore di volontariato.
La costruzione di un resort di lusso minaccia l’ecosistema, patrimonio dell’Unesco, di Aldabra dove vivono le famose testuggini giganti
Il ragno Araneus ventricosus riesce a manipolare i segnali luminosi delle lucciole maschio per catturare altri individui nella sua tela.
Si tratta del pesce tilapia dal mento nero. Il governo tailandese ha stimato una spesa di oltre 265 milioni di euro per contrastarne la diffusione.