Il socialista democratico Zohran Mamdani sarà il nuovo sindaco di New York

Zohran Mamdani è stato scelto come sindaco di New York con oltre il 50 per cento delle preferenze e un numero di voti che non si raggiungeva dagli anni Sessanta.

Il socialista democratico Zohran Mamdani è stato eletto nuovo sindaco di New York. Mamdani fino a pochi mesi fa era pressoché sconosciuto ma con il passare dei mesi si è imposto grazie soprattutto a un’attiva e carismatica campagna elettorale e all’insistenza su alcuni temi cruciali per la classe medio-bassa newyorkese. Questo lo ha portato a vincere prima le primarie del Partito Democratico dello scorso giugno e ora le elezioni per guidare la città di New York, con oltre il 50 per cento dei consensi e un numero di voti che non si raggiungeva dagli anni Sessanta.

Musulmano e cittadino statunitense dal 2018, il suo programma elettorale prevede interventi massicci a favore delle fasce più povere della popolazione, soprattutto in ambito abitativo, da finanziare con una maggiore tassazione dei più ricchi. Tra i suoi sostenitori c’erano la deputata Alexandria Ocasio-Cortez e il senatore Bernie Sanders, ma anche l’ex presidente Barack Obama si era complimentato per la sua campagna elettorale. Mamdani diventerà ufficialmente sindaco di New York l’1 gennaio 2026, per un  mandato di quattro anni.

Chi è Zohran Mamdani

Zohran Mamdani è nato il 18 ottobre 1991 a Kampala, in Uganda. All’età di sette anni si è trasferito con la famiglia a New York e ha preso la cittadinanza statunitense solo nel 2018.

Ha iniziato a lavorare come consulente per la prevenzione degli sfratti nel Queens, poi, nel 2020, è entrato come deputato all’Assemblea di Stato di New York, battendo un candidato ben più esperto in termini di carriera politica e confermandosi nelle elezioni successive. Mamdani rappresenta una generazione politica giovane, progressista e inserita in un orizzonte democratico-socialista. Nel corso della sua campagna elettorale ha proposto misure come il congelamento degli affitti, salario minimo a 30 dollari all’ora entro il 2030, mezzi di trasporti e asili gratuiti per la cittadinanza e un nuovo piano di edilizia pubblica da 200mila abitazioni. Secondo la visione di Mamdani, i fondi per finanziare queste misure dovrebbero arrivare da un aumento delle tasse per i più ricchi: la sua proposta è di alzare la tassazione nei confronti dell’1 per cento più ricco tra gli abitanti di New York. Nel corso della sua campagna elettorale ha anche preso posizione a favore di maggiori diritti per le persone Lgbtqi+.

In termini di politica estera, Mamdani è sempre stato un fervente sostenitore della causa palestinese. Nel 2023 ha partecipato a uno sciopero della fame per chiedere il cessate il fuoco israeliano a Gaza, ha sempre criticato aspramente il sostegno del governo statunitense a Israele, ha aderito alla campagna Bds per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni contro Israele, ha usato senza problemi la parola genocidio per quello che Israele ha commesso a Gaza e ha detto che se dipendesse da lui arresterebbe il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Allo stesso tempo ha sempre evidenziato la differenza tra antisemitismo e antisionismo, promettendo un aumento dei fondi per combattere i crimini d’odio contro gli ebrei della città.

La vittoria alle primarie del Partito Democratico

All’inizio della campagna elettorale, Zohran Mamdani era di fatto uno sconosciuto al grande pubblico. Secondo un sondaggio di novembre 2024, solo l’1 per cento della popolazione newyorkese sapeva chi fosse. Questo ha fatto sì che il grande favorito per la vittoria delle primarie del Partito democratico, e dunque delle elezioni in una città storicamente posizionata a centrosinistra, fosse l’ex governatore dello stato di New York, Andrew Cuomo. Ma con il passare dei mesi le cose sono cambiate per il modo in cui Mamdani si è imposto nel dibattito pubblico, andando a insistere come nessuno faceva da tempo tra i Democratici proprio su quei temi più cari alla classe media, il carovita su tutti, in una città dove il 25 per cento degli abitanti vive sotto la soglia di povertà. Mamdani ha messo in piedi una campagna di comunicazione molto efficace, dove si sono imposte la sua personalità carismatica, la sua ironia e un modo molto moderno di parlare di politica, raggiungendo generazioni e culture differenti.

Il risultato è che il 25 giugno, a sorpresa ma neanche troppo siccome i sondaggi lo davano giorno dopo giorno più forte, Zohran Mamdani, che ha ottenuto anche l’endorsement di Alexandria Ocasio-Cortez, ha vinto le primarie del Partito Democratico per il candidato sindaco di New York. Ha ottenuto il 43.5 per cento delle preferenze contro il 36.4 per cento di Andrew Cuomo e da quel momento si è capito che il nuovo sindaco di New York potesse diventare davvero lui. 

Nuovo sindaco di New York

Nonostante la sconfitta, Andrew Cuomo ha deciso di continuare la sua corsa, candidandosi da indipendente e arrivando a ottenere, all’alba delle elezioni del 4 novembre, anche l’endorsement del presidente statunitense Donald Trump, che ha riconosciuto l’impossibilità della vittoria del candidato repubblicano Curtis Sliwa. A questo ha aggiunto una serie di minacce più o meno velate, annunciando per esempio un blocco dei fondi statali alla città nel caso avesse vinto Mamdani, mentre sui social network sono spuntati post di parlamentari repubblicani che hanno paragonato l’eventuale vittoria di Mamdani, musulmano, agli attentati dell’11 settembre 2001, o lo hanno definito un jihadista.

Questa mobilitazione però non è riuscita a intaccare quella di Mamdani, che ha vinto le elezioni del 4 novembre con poco più del 50 per cento dei consensi, staccando di nove punti percentuali Cuomo. Il superamento della soglia del 50 per cento non era necessaria per ottenere il mandato, ma il fatto che sia successo dà ancora più forza e valore alla vittoria di Mamdani. Lo stesso vale per l’affluenza: alle ultime elezioni avevano votato 1,1 milioni di persone e in generale i numeri sono sempre molto bassi. Questa volta hanno votato oltre due milioni di cittadini newyorkesi ed era dagli anni Sessanta che il vincitore delle elezioni non otteneva così tante preferenze.

“Sono musulmano. Sono un socialista democratico. E, cosa più grave, mi rifiuto di scusarmi per tutto questo”, ha sottolineato Mamdani durante il suo discorso della vittoria, dove ha dedicato ampio spazio alle minoranze, ai giovani e in generale alle persone che faticano a sopravvivere con i costi della vita di New York. Mamdani diventerà ufficialmente sindaco di New York l’1 gennaio 2026, per un  mandato di quattro anni.

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