Alla Reggia di Venaria, dove si è svolto il G7, non è stata invitata la società civile. Che ha protestato nelle piazze. Ecco cosa hanno chiesto.
La scienza dei cittadini, come creare una rete globale per la conservazione
Il diffondersi della tecnologia sta permettendo a un numero sempre maggiore di persone di contribuire alla ricerca scientifica, con implicazioni positive per la conservazione e non solo.
Droni, app, software, la tecnologia sta diventando sempre più protagonista nella conservazione della natura, garantendo maggiore sicurezza per le specie minacciate e sempre più informazioni per i biologi. Uno dei primi esempi risale al 1996 quando è stato testato un software portatile di acquisizione dati chiamato CyberTracker, nel Parco Nazionale del Karoo, in Sudafrica.
Grazie al dispositivo (dotato di icone intuitive) Karel Benadie, una guida locale analfabeta, è riuscita a segnalare con precisione la posizione di un rinoceronte che aveva avvistato. In questo modo per la prima volta si è potuto fare ricorso anche a persone non istruite, addirittura non alfabetizzate, per ricavare dati complessi sul comportamento della fauna selvatica che avevano un valore pratico per la conservazione della natura e la ricerca scientifica.
La scienza si è evoluta e con essa i metodi di catalogazione e raccolta delle informazioni, ciò implica che chiunque, a prescindere dal livello di istruzione, può dare un contributo fondamentale alla scienza. Oggi progetti simili sono stati avviati in tutto il mondo e vengono impiegati per monitorare lo stato di salute dei gorilla di montagna in Congo, dei leopardi delle nevi sull’Himalaya, dei giaguari in Costa Rica e dei delfini in California.
Il CyberTracker viene utilizzato anche nella lotta contro il bracconaggio dei rinoceronti, i ranger usano il dispositivo per monitorare sia i movimenti degli animali che dei bracconieri. Altri progetti, come iSpot, iNaturalist e CitSci consentono ai cittadini di condividere i dati sulla biodiversità. La piattaforma eBird sta permettendo di raccogliere numerosi dati sugli uccelli, fornendo informazioni importanti sulle migrazioni dei volatili attraverso i continenti.
Gradualmente le tecnologie verranno perfezionate e saranno diffuse a costi sempre minori, in modo che un numero sempre maggiore di persone possa fruirne e dare il proprio contributo alla scienza semplicemente possedendo uno smartphone.
I dati raccolti potrebbero crescere esponenzialmente, dai villaggi remoti della Mongolia, fino agli studenti di New York passando per Londra, ognuno potrebbe partecipare condividendo i propri dati su animali e piante nel cloud, creando così un’immensa rete per monitorare l’ecosistema globale in tempo reale.
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