l Pride a Istanbul si è svolto nonostante il divieto. Le città di tutto il mondo si sono riempite per celebrare la comunità lgbtqia+ e chidere più diritti.
Sì ai matrimoni gay in tutti gli Stati Uniti. E nel mondo si festeggia per i diritti
Il 26 giugno la Corte suprema americana ha consentito i matrimoni gay in tutti gli Stati Uniti. Entusiasta Barack Obama, Milano festeggia con speranza.
Negli Stati Uniti non è più possibile adottare leggi che vietino la celebrazione di matrimoni tra persone dello stesso sesso. Lo ha stabilito la Corte suprema americana venerdì 26 giugno con una decisione presa con il voto favorevole di cinque giudici su nove. Prima della sentenza erano già 37, più il Distretto di Columbia, gli stati che ammettevano i matrimoni gay, tra persone omosessuali, ma ora nessuno stato può permettersi di non celebrarle o di non riconoscere quelle celebrate altrove.
L’amministrazione americana ha accolto con un’esplosione di gioia la sentenza e il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha tenuto un discorso molto importante sulla necessità di raggiungere la parità di diritti, per tutte le minoranze e le diversità, a partire dalla possibilità di sposarsi. Inoltre, come ci ha dimostrato più volte di saper fare, sul suo account Twitter ha lanciato un hashtag #LoveWins (l’amore vince) che è subito diventato di tendenza in tutto il mondo. Manifestazioni organizzate e spontanee si sono tenute in molte capitali e grandi città. Il 28 giugno, infatti, è una data simbolica per il movimento lgbt e ogni anno il gay pride si tiene intorno a questa data in diverse parti del mondo. Berlino, Manila, New York, San Francisco, Londra. A Milano circa 100mila persone hanno partecipato al Milano pride per “sconfiggere i pregiudizi e dire sì all’amore”. Uno slogan molto azzeccato è stato “I diritti nutrono il pianeta”, parafrasando il celebre motto di Expo Milano 2015 “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”.
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