Diritti animali

Oltre 100 cani salvati dal commercio di carne in Corea del Sud. Le loro nuove famiglie li aspettano negli Stati Uniti

L’associazione Humane society international ha tratto in salvo più di 100 cani dal commercio di carne della Corea del Sud. Incominceranno una nuova vita negli Stati Uniti.

Storie come questa dovrebbero fare il giro del mondo. E lo fanno per davvero. Humane society international (Hsi), un’associazione che si occupa di proteggere i diritti degli animali, è riuscita a salvare oltre 100 cani dal brutale commercio di carne della Corea del Sud, donando una seconda possibilità di vita sia ai quadrupedi che ai loro allevatori: i primi sono stati trasferiti negli Stati Uniti, per essere adottati da nuove amorevoli famiglie, i secondi si sono impegnati a non allevare più cani per i prossimi vent’anni e a riconvertire permanentemente le loro attività. Una vittoria su ogni fronte.

Una nuova vita per i 100 cani salvati

“Salvare gli animali dalle sofferenze e da situazioni di negligenza è più importante che mai – ha dichiarato Kitty Block, amministratrice delegata di Humane society international e presidentessa e amministratrice della branca statunitense –. Grazie al duro lavoro del nostro staff e dei nostri partners (coreani e americani) questi cani potranno vivere le vite che meritano: insieme a famiglie che li amano”.

Prima di essere trasferiti sono stati sottoposti a svariati esami veterinari e vaccinati contro una serie di virus che potrebbero aver contratto vivendo nelle condizioni in cui erano tenuti, ammassati nelle gabbie e circondati dalla sporcizia.

Ora si trovano negli Stati Uniti, accuditi da una serie di rifugi in Virginia, Pennsylvania, New Jersey, Maryland e New York e presto verranno dati in adozione, nella speranza che possano vivere come ogni cane meriterebbe.

Una seconda possibilità anche per gli allevatori

Malgrado la carne di cane sia mangiata in diversi paesi asiatici, la Corea del Sud è l’unico paese ad allevarli su larga scala. Per questo Humane society non si è fermata al salvataggio dei cani, ma ha trovato delle soluzioni vantaggiose anche per gli allevatori che hanno firmato un contratto ventennale in cui promettono di non allevare più cani o altri animali. Seguirà quindi una fase di transizione in cui verranno aiutati ad intraprendere attività più compassionevoli, come l’agricoltura, la coltivazione di erbe medicinali o del prezzemolo.

Questo innovativo metodo ha permesso all’Hsi di chiudere 16 allevamenti dal 2015 e sta dimostrando al governo sudcoreano che l’industria della carne di cane può essere sabotata lavorando con gli stessi allevatori, cooperando al loro fianco in armonia, piuttosto che combattendoli.

Questo approccio permetterà di costruire solide basi sociali ed economiche che un domani faranno la differenza, rappresentando un’alternativa concreta a pratiche crudeli che non hanno futuro.

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