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Durante il periodo natalizio sarà possibile ammirare alcuni dei più importanti capolavori dell’arte italiana a Milano, Roma e Urbino. 4 opere di Caravaggio, Piero della Francesca e Tiziano cambiano sede per incantare altri amanti dell’arte.
In questi giorni, in 3 città italiane è possibile ammirare dei capolavori dell’arte italiana in sedi diverse dalle loro consuete: andiamo a Roma, Milano e Urbino per stupirci al cospetto della bravura di Caravaggio, Piero della Francesca e Tiziano. L’arte è un regalo meraviglioso da farsi a Natale.
Partiamo dalla capitale dove fino al 19 febbraio si potrà visitare alla Galleria Borghese la mostra “L’origine della natura morta in Italia. Caravaggio e il maestro di Hartford” e in particolare “Canestra di frutta“, una rarità dovuta al prestito straordinario accordato dalla Pinacoteca Ambrosiana in cambio del temporaneo trasferimento a Milano del “San Girolamo scrivente”. L’opera quindi torna a casa: intorno al 1597-98 infatti, Caravaggio dipinse a Roma la celeberrima Canestra che sancisce la nascita del genere della natura morta: per la prima volta le umili “cose di natura” guadagnano il ruolo di protagoniste della rappresentazione pittorica, dal momento che per il Merisi non esisteva distinzione tra “pittura alta” di historia e “inferior pittura”.
La Venere di Urbino, capolavoro dipinto da Tiziano nel 1538, e solitamente custodito nella Galleria degli Uffizi, è tornato nella città marchigiana per la prima volta dopo quasi 5 secoli. Un altro ritorno a casa, questa volta dovuto a un progetto che si inserisce nella riforma Franceschini per la valorizzazione del territorio. È, tra queste opere, quella per cui occorre programmare al più presto una visita, infatti rimarrà a Urbino, alla Galleria nazionale delle Marche, fino all’8 gennaio 2017, grazie a una proroga di 3 settimane concessa di recente.
Tiziano rappresentò la sua Venere in un ambiente domestico moderno: la sensuale dea, completamente nuda, è infatti distesa su un letto coperto da un lenzuolo bianco, appoggiando il busto e un braccio su due cuscini, mentre guarda lo spettatore e con la sinistra si copre il pube, mentre con la destra lascia cadere lentamente alcune rose rosse, fiore sacro alla dea. Ciò indica il passare del tempo: infatti, proprio il fatto che sia una bella dea come la Venere a tenere in mano un simbolo con tale significato, vuol dire che la bellezza svanisce con l’avanzare della vecchiaia e che quindi bisogna basare la propria esistenza su altre qualità più durature, quali, appunto, la fedeltà.
Ai suoi piedi sta rannicchiato un cagnolino, dipinto con amorevole realismo che simboleggia la fedeltà, facendo da esempio alla sposa del granduca: il messaggio è quello di essere sensuali, ma solo per il proprio sposo. La dea ha infatti un anello al dito mignolo e indossa una perla a forma di goccia come orecchino, simbolo di purezza. La fisionomia della donna ricorda quella di altre figure femminili di Tiziano e forse era un’amante dell’artista che faceva da modella.
Alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano, fino al 19 febbario, sarà esposto il San Girolamo Scrivente, capolavoro dipinto da Caravaggio agli inizi del ‘600, che giunge direttamente dalla Galleria Borghese di Roma. L’opera di uno dei pittori che più influenzò il diciassettesimo secolo, e a cui si deve la svolta realistica nell’arte andrà a sostituire, come detto, la famosa Canestra di frutta.
Esposto non sarà solo il San Girolamo scrivente, ma anche otto disegni, conservati all’interno della Pinacoteca Ambrosiana che analizzano come negli anni si è evoluta la rappresentazione del santo, protettore dei traduttori.
Altra meraviglia nel capoluogo meneghino, ancor più bella perché visibile gratis, sarà la Madonna della Misericordia di Piero della Francesca con l’omonimo polittico. La pala centrale conservata al Museo Civico di Sansepolcro, città che diede i natali al grande Piero della Francesca, arriva a Palazzo Marino, nella sala Alessi per un mese intero, fino all’8 gennaio 2017.
L’intero impianto pittorico fu realizzato da Piero tra il 1445 e il 1462 e raffigura una Madonna vista frontalmente, più grande degli altri personaggi a segnalare la sua importanza, con una corona in testa come regina del cielo che apre le braccia e accoglie sotto il manto prezioso i fedeli inginocchiati sotto di lei, probabilmente i membri della confraternita laica di Santa Maria della Misericordia e della famiglia Pichi che hanno commissionato la pala.
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