Un compromesso piatto e al ribasso. La Cop30 sul clima ha deluso le aspettative ed è terminata con accuse reciproche tra i governi.
Quattro alpinisti italiani attraverseranno le Alpi, diretti al World economic forum in Svizzera, per chiedere che “siano applicati modelli di business più sostenibili.
Sulle Alpi, un tempo, parole come “eterne” e “immutabili” sembravano credibili. Le vette e i ghiacciai parevano guardare dall’alto, con scarso interesse, allo sfacelo ambientale che l’uomo lasciava dietro di sé. Eppure anche la catena montuosa più importante d’Europa sta cambiando, soprattutto a causa degli effetti dei cambiamenti climatici.
Leggi anche: I ghiacciai delle Alpi stanno scomparendo. E il Cervino che si sgretola ne è il simbolo
L’innalzamento delle temperature, testimoniato ancora una volta lo scorso giugno dalla più alta temperatura mai registrata sulla Punta Gnifetti, una delle vette più alte del massiccio del Monte Rosa, sta infatti provocando la fusione dei ghiacciai ed entro i prossimi trenta anni quelli che si trovano al di sotto dei 3.500 metri non esisteranno più.
Leggi anche: Il ghiacciaio della Marmolada è condannato, scomparirà in meno di 30 anni
Per chiedere azioni concrete per tutelare questi ecosistemi, indispensabili dal punto di vista naturalistico e culturale, quattro italiani partiranno da Sondrio, in Valtellina, e attraverseranno le Alpi diretti a Davos, in Svizzera, dove si svolgerà il World economic forum.
Dal 21 al 24 gennaio il forum, come ogni anno, ospiterà i massimi esponenti delle istituzioni, delle aziende e della società civile per discutere le questioni economiche più urgenti. La spedizione, che partirà il 21 gennaio, è composta da Giovanni Montagnani, ingegnere e fondatore del collettivo di divulgazione CrowdForest, Luca Fontana, fotografo ed esploratore, Michele Dondi, analista programmatore in ambito finanziario e alpinista e Marco Tosi, guida alpina.
L’obiettivo dei quattro, che raggiungeranno le Alpi svizzere in sci, percorrendo circa ottanta chilometri e affrontando oltre tremila metri di dislivello, è quello di protestare contro la crisi climatica ed evidenziare le contraddizioni e l’immobilismo dei potenti del pianeta. “Alla Cop25 non si è raggiunto un accordo e i principali freni sono dati dalle stesse persone che dopo un mese vanno a parlare di sostenibilità a Davos”, ha affermato Giovanni Montagnani, portavoce del progetto chiamato Your path is to nowhere (La tua strada è verso il nulla).
“Vogliamo scrivere questa nuova storia che inizia con quattro scialpinisti che arrivano a Davos passando dalle montagne, con i loro sci e gli zaini, mentre i leader di tutto il mondo scenderanno dalle scalette dei loro jet per parlare di sostenibilità ed equità”, ha dichiarato Montagnani.
I quattro alpinisti sono preoccupati dall’alterazione dei delicati equilibri alpini e dalle conseguenze sulle comunità montane, provocati non solo dai mutamenti del clima ma anche da dissennate scelte, come la realizzazione di insostenibili nuovi impianti sciistici e la mercificazione delle montagne. Hanno dunque deciso di dare vita a questa protesta pacifica e dall’elevato valore simbolico, che segue in qualche modo il sentiero tracciato dai due grandi movimenti per la giustizia climatica nati recentemente, Fridays for future ed Exctintion Rebellion.
“Con questa spedizione vogliamo dare visibilità a tutti quei movimenti ambientalisti che stanno lottando per far sentire la propria voce – ha spiegato Montagnani – perché siamo fermamente convinti che solo collettivamente sia possibile segnare un cambiamento. Gli scettici possono stare tranquilli, i veicoli su cui viaggeremo sono full-electric e le emissioni per questo spostamento sono minime”.
These are the top risks facing the world in 2020 https://t.co/V8dPjfCPZi #risks20 @Zurich @MMC_Global pic.twitter.com/Ay2qklf66B
— World Economic Forum (@wef) 15 gennaio 2020
Il collasso ambientale che affligge il nostro pianeta, e che preoccupa ormai un numero sempre maggiore di persone, sarà al centro dell’edizione 2020 del Word economic forum. Per la prima volta dalla fondazione del forum, infatti, nel rapporto sui cinque principali rischi globali che potrebbero avere un impatto notevole nel prossimo decennio presentato al vertice di Davos, la crisi climatica occupa tutti i posti disponibili. I principali rischi a lungo termine che il pianeta dovrà affrontare, secondo il rapporto, sono:
Riconoscere il problema e metterlo al centro del dibattito è importante, ma, naturalmente, occorrono misure concrete e immediate per tentare di contrastare la realizzazione di questo tragico scenario. Proprio per chiedere il blocco immediato di ogni investimento nei combustibili fossili, al World economic forum sarà presente anche Greta Thunberg, mentre il 19 gennaio numerosi giovani partiranno dal comune svizzero di Landquart, diretti a Davos, per chiedere le dimissioni dei partecipanti al forum, ritenuti tra i principali responsabili della crisi ambientale in atto.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
![]()
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Un compromesso piatto e al ribasso. La Cop30 sul clima ha deluso le aspettative ed è terminata con accuse reciproche tra i governi.
Si è chiusa la prima settimana di negoziati alla Cop30 di Belém. Il mondo è diviso ma il Brasile vuole risultati concreti.
Un’analisi di Carbon Brief ha mostrato come da un anno e mezzo le emissioni complessive di gas ad effetto serra della Cina non crescano.
La guerra commerciale e i conflitti armati hanno parzialmente oscurato le numerose e deleterie scelte sul clima di Donald Trump nel suo primo anno del nuovo mandato da presidente.
“Una distruzione senza precedenti”. La prima valutazione delle Nazioni Unite sul passaggio dell’uragano Melissa è drammatica.
L’uragano Melissa è il più potente ad aver mai colpito la Giamaica. La situazione sull’isola è “catastrofica”, secondo le autorità locali.
Uno studio britannico ha analizzato le condizioni di caldo estremo che hanno colpito 854 città europee. Si tratta però solo di una parte dei decessi.
C’è chi continua a insinuare che la transizione ecologica non porterebbe i benefici sperati al clima. È il tema di questo capitolo di Bugie!
Pochi alloggi e a prezzi esorbitanti: per attivisti, scienziati, osservatori essere presenti alla Cop30 di Belém rischia di essere impossibile.
