Amazzonia, a giugno più di 2.200 roghi. Mai così tanti dal 2007

I dati ufficiali indicano che nell’Amazzonia brasiliana sono stati registrati oltre 2.200 incendi a giugno. In aumento del 19,5 per cento rispetto al 2019.

L’Amazzonia brasiliana torna a bruciare. Esattamente come accaduto nel corso del 2019, anche quest’anno i roghi stanno attaccando il principale “polmone” della Terra. Sono infatti 2.248 gli incendi ufficialmente registrati nell’area, in aumento del 19,5 per cento nel corso del mese di giugno, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Il picco di incendi in Amazzonia atteso per agosto

E si tratta di un record: una situazione così grave non era stata riscontrata da tredici anni. A confermarlo sono i dati ufficiali pubblicati dalle autorità del Brasile. Secondo l’Istituto nazionale per le ricerche spaziali (Inpe), incaricato di monitorare gli incendi attraverso le osservazioni satellitari, occorre risalire al 2007 per ritrovare dati peggiori. All’epoca, infatti, nel mese di giugno furono registrati 3.519 roghi.

Foresta dell'Amazzonia dopo gli incendi, 25 agosto2019
La foresta dell’Amazzonia decimata dopo gli incendi. Immagine del 25 agosto2019 © Victor Moriyama/Getty Images

Ma ciò che è più preoccupante è il fatto che il peggio deve probabilmente ancora arrivare. È infatti nel mese di agosto che si attende il picco di incendi in Amazzonia. Basti pensare che nel 2019 sono stati più di 30mila: il triplo rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. E se il trend avviato nell’ultimo periodo della primavera dovesse mantenersi, il rischio è di andare incontro ad un’estate catastrofica.

Già persi 2mila chilometri quadrati di foreste da gennaio a maggio

Il processo di deforestazione in Brasile è stato inoltre già molto elevato dall’inizio della stagione secca. Tra gennaio e maggio la porzione di aree boschive perduta è stata pari a più di 2mila chilometri quadrati. Anche in questo caso il dato risulta in netto aumento (del 34 per cento) rispetto al 2019.

Una tendenza che, secondo numerose organizzazioni non governative, è figlia delle scelte dl presidente di estrema destra del Brasile, Jair Bolsonaro. Ciò in particolare per via delle concessioni ai settori agricolo e minerario in zone protette.

Secondo quanto riportato dalla stampa internazionale, inoltre, si teme che i fumi provenienti dagli incendi possano peggiorare i problemi respiratori in una popolazione già gravemente colpita dal coronavirus. Mentre, proprio a causa della pandemia, le autorità hanno a disposizione meno uomini (e meno risorse finanziarie).

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