Profilazione razziale, xenofobia nel dibattito politico e omofobia nel report dell’Ecri. Tra le sue richieste c’è quella di rendere indipendente l’Unar.
Un’altra vittoria per le donne dell’Arabia Saudita: possono andare allo stadio
Lo ha annunciato Turki Al-Asheikh, presidente dell’Autorità generale dello sport dell’Arabia Saudita. Dal 2018 le donne avranno la possibilità di andare a vedere le partite allo stadio insieme alla propria famiglia.
In Arabia Saudita le donne possono finalmente andare allo stadio. Lo ha stabilito l’Autorità generale dello sport, che ha annunciato la preparazione di tre stadi – nelle città di Riyadh, Jeddah and Dammam – per l’accoglienza delle famiglie. Saranno allestiti bar e ristoranti e a partire dal prossimo anno le donne potranno unirsi ai loro mariti e ai loro figli nell’andare a vedere le partite. Già lo scorso 23 settembre il governo aveva permesso loro di andare allo stadio King Fahd per assistere alle celebrazioni dell’87esimo anniversario della fondazione del regno, riservando appositamente alcune gradinate.
3⃣ start of preparing of three stadiums in Riyadh, Jeddah and Dammam to be ready to the families in early 2018
— Sports Authority (@gsaksa_en) 30 ottobre 2017
Il provvedimento fa parte di un piano di riforme per l’Arabia Saudita
Si tratta di un’altra vittoria per le donne saudite che circa un mese fa hanno festeggiato la decisione del re Salman di permettere loro di guidare a partire dal 2018. Entrambi i provvedimenti fanno parte di un programma di riforme – il Vision 2030 – promosso dal principe ereditario Mohammad bin Salman, vice primo ministro, ministro della Difesa e presidente del Consiglio per gli affari economici e di sviluppo. Il principe punta ad ammodernare il paese e a coinvolgere le donne nell’economia e nel processo di sviluppo.
Leggi anche: In Arabia Saudita le donne possono finalmente guidare
La partecipazione delle donne saudite alle Olimpiadi
La parità di genere è ancora lontana, ma il paese si sta dimostrando aperto a un percorso che si muova in questa direzione: tra l’altro il presidente dell’Autorità generale dello sport Turki Al-Asheikh ha scelto proprio una donna, la principessa Reema bint Bandar, per dirigere la Federazione saudita per le comunità sportive: la principessa si sta impegnando a fondo per incoraggiare le donne a mantenersi in forma e ha aperto una nuova palestra a Jeddah, lo Studio 5. Al-Asheikh è anche presidente del Comitato olimpico dell’Arabia Saudita. Alle Olimpiadi di Londra del 2012 hanno gareggiato per la prima volta due donne saudite, Sarah Attar negli 800 metri e Wodjan Ali Seraj Abdulrahim Shahrkhani nel judo. Nel 2016 a Rio sono state quattro le atlete del paese che hanno partecipato ai giochi: speriamo che alle prossime Olimpiadi di Tokyo il numero sia destinato a crescere ancora.
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