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Il design deve essere al servizio dello sviluppo sostenibile. Il progetto realizzato dalla Arte Fatto Onlus nell’oasi di Figuig, in Marocco, sfrutta il potenziale economico delle tessitrici.
L’ong Arte Fatto Onlus è stata fondata a Milano nel 2008 con lo scopo di promuovere lo sviluppo sostenibile attraverso l’arte, il design e l’artigianato. Opera in tutto il mondo a sostegno di artigiani e artigiane per migliorare le loro condizioni di vita tramite corsi di design e attività che potenziano le loro abilità imprenditoriali e allo stesso tempo per soddisfare la crescente domanda di abbigliamento etico.
Il progetto “L’Oasi di Figuig, Racconti a Telaio” unisce design e sviluppo sostenibile e dal 2012 migliora le condizioni di vita degli artigiani dell’oasi di Figuig nella regione orientale del Marocco. Grazie a questo progetto è stata creata una piccola cooperativa di 50 donne, a cui sono state insegnate le arti della tessitura e del ricamo. Ora queste donne sono in grado di creare oggetti d’arredo in stoffa per interni, una collezione moderna venduta in tutto il mondo per la cui realizzazione sono stati usati materiali locali come lana e tinture di origine vegetale, sapientemente manipolati con le tecniche tradizionali. Dopo un primo intervento del comune di Milano, il progetto è andato avanti ed è ora finanziato dalla Fondazione Marcegaglia Onlus.
La Arte Fatto Onlus ritiene che la microeconomia abbia un ruolo centrale nell’innescare una forte reazione nei confronti delle terribile condizioni di svantaggio economico e discriminazione sociale in cui versano gli artigiani. Il suo obiettivo è quello di cooperare con questa gente per renderla partecipe del cambiamento, per fare in modo che non riceva aiuto esterno passivamente.
Queste donne avevano solo bisogno che qualcuno scoprisse il loro talento nel creare meravigliosi oggetti fatti a mano. Le abilità straordinarie le possedevano già; noi ci abbiamo messo la passione e il design innovativo. Loro ci hanno insegnato l’arte della tessitura.
(Gabriella Ghidoni, designer della ArteFatto)
Le condizioni sociali e ambientali delle lavoratrici sono un fattore sempre più decisivo per i clienti che acquistano prodotti di design. Secondo il Report sul consumo etico della Cooperative Bank il settore della moda sostenibile e etica è cresciuto del 79 per cento dal 2007. Questi numeri implicano importanti cambiamenti nelle attuali tendenze di mercato e aprono una nuova nicchia in cui i piccoli imprenditori possono vendere i propri prodotti.
Le arti e i mestieri tradizionali rischiano di andare perduti in quegli ambienti standardizzati in cui finiscono gli artigiani che entrano nelle catene di produzione delle grandi multinazionali. La moda etica, invece, gli offre l’opportunità di guadagnarsi da vivere con dignità e di sfruttare le abilità acquisite grazie al loro retaggio culturale unico.
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