
In India sono finalmente nati i primi quattro cuccioli di ghepardo dopo le prime reintroduzioni. La notizia fa sperare per il ripopolamento della specie.
Da giorni un piccolo pod di orche, specie raramente osservata nel Mediterraneo, staziona nei pressi del porto di Prà Voltri, a Genova. Ma non è una buona notizia.
Lo scorso 1 dicembre un pescatore vede delle strane pinne nere solcare l’acqua davanti al porto di Prà Voltri, a Genova. Non ne ha mai viste di simili, così estrae il cellulare e le riprende. Il video diventa presto virale e non lascia dubbi, si tratta di orche (Orcinus orca). Il giorno seguente i cetacei vengono ripresi nuovamente, sempre nei pressi del terminal container di Voltri, in un video girato dalla Guardia costiera di Genova.
Il gruppo di orche, detto pod, sarebbe composto da quattro individui, tre adulti, di cui accertati un maschio e una femmina, e un giovane. Il Mediterraneo rientra nell’areale di questi grandi mammiferi marini, tuttavia la loro presenza è assai sporadica. L’ultimo avvistamento nelle acque italiane risale al 2016, quando un turista tedesco in barca a vela ne osservò un esemplare nelle acque dell’Isola d’Elba, mentre mancavano da 34 anni dalle acque liguri.
Leggi anche: L’inquinamento chimico potrebbe dimezzare le popolazioni di orche
Le orche sembrerebbero provenire da Cartagena, in Spagna, e far parte della colonia che vive intorno allo Stretto di Gibilterra. Il naturalista Ugo de Cresi, tra i primi a formulare tale ipotesi, ha ricostruito gli spostamenti degli animali, tracciandone la rotta. Le orche sarebbero partite da Cartagena il 14 novembre, passate davanti alle Baleari il 19 e giunte a Genova il 30.
L’area in cui stazionano i cetacei, altamente inquinata e con scarse risorse alimentari, non sarebbe idonea a fornire sostentamento a tre orche adulte e un giovane. “Quella zona è poco profonda e non è ricca di risorse per i cetacei”, ha scritto de Cresi. A preoccupare maggiormente è il piccolo che, secondo i ricercatori dell’università di Genova, starebbe male e non sarebbe in grado di restare a galla autonomamente.
Proprio il precario stato di salute del giovane avrebbe spinto fin lì le orche. “Sono in rada per proteggere il piccolo dai predatori – ha affermato de Cresi – non perché c’è pesce in abbondanza, e sono in sottoalimentazione”. È infatti anomalo il comportamento degli animali, che da tre giorni non lasciano il porto e nuotano solo in una ristretta area di mare. De Cresi ha ricordato che il pescatore subacqueo che per primo ha osservato le orche, ha riferito della presenza di due cuccioli. “Probabilmente uno dei due era già in cattive condizioni domenica ed è morto – ha ipotizzato il naturalista ligure -. La sua famiglia nuota sempre e solo nello stesso punto perché l’ipotesi è che lì sotto ci sia il secondo piccolo”. Questi grandi predatori marini hanno infatti relazioni sociali fortissime, la cui complessità non ci è ancora chiara.
Non ci sono però ancora prove a supporto di questa ipotesi. In attesa di ulteriori aggiornamenti, ci auguriamo che il pod, o almeno una parte di esso, possa lasciare sano e salvo le acque liguri e dirigersi verso il mare aperto.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
In India sono finalmente nati i primi quattro cuccioli di ghepardo dopo le prime reintroduzioni. La notizia fa sperare per il ripopolamento della specie.
L’India vuole guidare l’International big cat alliance per proteggere i grandi felini con un finanziamento di 100 milioni in cinque anni.
Le lontre sono tornate in Val Chiavenna e con loro la certezza del benessere del nostro ecosistema e, soprattutto, dei corsi d’acqua montani che le ospitano
Cinque individui di lince verranno reintrodotti in Italia, nelle Alpi Giulie. Un aiuto per la sopravvivenza della popolazione europea.
La scoperta del pangenoma delle rondini apre la strada a una comprensione degli uccelli migratori e aiuta a studiare il Dna e le malattie genetiche
In Namibia il bracconaggio non si ferma, nel 2021 sono stati uccisi 87 rinoceronti, il 93 per cento in più del 2020.
In Amazzonia il progetto aquila arpia cerca di salvare l’aquila più grande del mondo. Ricerca, monitoraggio e fotografie le chiavi per la sua conservazione
Una coppia di castori sta per essere reintrodotta nel sud dell’Inghilterra, da dove erano scomparsi per più di 400 anni.
Grazie allo studio delle immagini satellitare è stata scoperta una colonia di 500 pinguini sulle coste occidentali dell’Antartide