Il Comitato permanente della convenzione di Berna, ignorando i pareri del mondo scientifico, ha deciso di accogliere la richiesta da parte dell’Unione europea di declassare lo status di protezione del lupo.
Bari si schiera contro lo sfratto di Linda, il cane mascotte del San Nicola
I tifosi del Bari e le associazioni animaliste si mobilitano in difesa di Linda, cane mascotte della squadra che non sarebbe gradito alla nuova proprietà.
Da dieci anni la sua cuccia è un intero stadio, il San Nicola, quello dove gioca il Bari, a sostenere la squadra a prescindere da categoria e risultati, con la dedizione e l’affetto che solo un cane può dare. La protagonista della storia è Linda, cagnolona meticcia dagli occhi dolci a cui furono spalancate le porte del San Nicola grazie alla figlia dell’ex presidente della società Matarrese che aveva trovato il cane che vagava nel giardino al di fuori dello stadio. Da allora Linda ha fatto dell’edificio la propria dimora e da lì non si è più mossa.
Durante il giorno passeggia liberamente mentre la notte torna a dormire negli uffici, nutrita e coccolata da un funzionario della struttura e da tutti coloro che frequentano lo stadio, dai giocatori, al personale della società. Pochi giorni fa, però, il Bari è stato acquistato da una cordata di investitori guidata dall’ex arbitro Gianluca Paparesta, e sembra che Linda non sia gradita alla nuova proprietà che potrebbe sfrattarla. Si dice che l’animale potrebbe essere relegato all’esterno per evitare che i peli possano sporcare gli uffici.
Immediata arriva la reazione dei tifosi del Bari e delle associazioni animaliste e non tarda la campagna virale sui social, sui quali vengono pubblicate foto di cani in posa con un cartello e l’hashtag “Bari for Linda”. Gli ultrà biancorossi si sono schierati apertamente dalla parte del cane, mentre dall’associazione Occhi Randagi è partito un appello per trovarle una nuova famiglia per scongiurare l’ipotesi canile. «Per un cane come lei, abituato ad essere libero – spiegano i volontari dell’associazione – il box sarebbe un inferno. Però a nostro parere il cane dovrebbe rimanere lì, a casa sua, nelle modalità che hanno contraddistinto la sua esistenza finora e con la garanzia di essere accudita e tutelata».
È arrivata, forse grazie alla sollevazione popolare, la replica del neo presidente del club pugliese. «C’è stato un fraintendimento, Linda non è stata cacciata dallo stadio, solo, non le è più permesso di entrare negli uffici, appena ripuliti per questioni di rappresentanza. È un fatto di igiene e ordine pubblico: ha sempre vissuto nei giardini, lì ha la sua cuccia. Durante i cerimoniali qualcuno potrebbe aver paura benché sia un cane estremamente mansueto e obbediente: il custode si prenderà cura di lei». Il destino di Linda è però ancora incerto ma i volontari di Occhi Randagi si sono impegnati a vegliare su di lei e a trovare la soluzione migliore per il cane nel caso debba essere cacciata dal suo stadio.
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