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Il candidato alle primarie per le presidenziali del 2020, Beto O’Rourke, ha deciso di non accettare fondi provenienti dal settore delle fonti fossili.
Beto O’Rourke, uno dei (molti) candidati democratici alle primarie per le elezioni presidenziali del 2020, negli Stati Uniti, ha deciso di schierarsi con decisione contro i combustibili fossili. Benché dopo alcune settimane di attesa, ha infatti annunciato la sottoscrizione del No Fossil Fuel Money Pledge. Un patto con il quale ci si impegna a non accettare più il sostegno delle grandi major delle fonti di energia inquinanti.
Negli Stati Uniti, infatti, le campagne elettorali dei differenti candidati sono particolarmente onerose in termini finanziari. Già durante le primarie, per attraversare tutti gli stati federali e tentare di convincere la popolazione – organizzando seminari, convegni, conferenze, concerti, incontri – le spese sono enormi. Così, tutti i candidati si impegnano in una strenua attività di raccolta fondi. Che vengono concessi in larga parte proprio da aziende private.
Last night, Beto O’Rourke finally signed the #NoFossilFuelMoney pledge. As the bar for climate leadership continues to rise, many other major candidates (like Biden) still need to step up for #climate2020! https://t.co/Ybxcm26KVR
— Greenpeace USA (@greenpeaceusa) 2 maggio 2019
Queste ultime, però, spesso chiedono, una volta eletto il nuovo presidente, di staccare il “dividendo” del loro impegno finanziario. In altre parole, è chiaro che i colossi del petrolio, ad esempio, premieranno per avere politiche a loro favorevoli in cambio del sostegno fornito durante la campagna elettorale. È proprio per questo che decidere di non accettare più denaro dal settore delle fonti fossili equivale a “smarcarsi” dalla lobby. Se a diventare il 46esimo presidente degli Stati Uniti sarà un candidato che non è stato sostenuto dalle compagnie del carbone, del petrolio e del gas, è probabile che le politiche su ambiente e clima saranno decisamente più favorevoli ad una transizione ecologica.
Ciò vale per i candidati presidenti ma anche per i parlamentari, sebbene essi non vengano eletti contestualmente ma durante le tornate di “mid term”. Così, sul sito dell’iniziativa ecologista è presente la lista dei deputati che hanno aderito. Tra i quali spicca in particolare il nome di Alexandria Ocasio-Cortez, che si è già distinta nei mesi passati per aver presentato una proposta di Green New Deal. Ovvero una strategia di politica economica innovativa, che mira a salvare il paese delle ingiustizie sociali e dalla minaccia dei cambiamenti climatici.
O’Rourke aveva già rifiutato contributi da lobbisti nel corso della campagna elettorale per il Senato, nel 2018. Tuttavia, il politico democratico aveva dovuto fronteggiare numerose critiche, avanzate anche durante congressi pubblici. Alcuni studenti universitari, ad esempio, gli avevano chiesto a più riprese per quale ragione avesse deciso di accettare donazioni individuali da dirigenti dell’industria petrolifera e del gas.
I have signed the No Fossil Fuel Money Pledge. Here’s why: pic.twitter.com/VtuJQeMMgT
— Beto O’Rourke (@BetoORourke) 1 maggio 2019
“Abbiamo deciso di restituire tutti i finanziamenti superiori a 200 dollari”, ha annunciato O’Rourke in un video girato nella sua residenza a El Paso, in Texas. La notizia è stata accolta con grande favore dai promotori del No Fossil Fuel Money Pledge, tra i quali figurano associazioni come Oil Change, Greenpeace, 350.org, Friends of the Earth e Sunrise.
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