
Raddoppiare i chilometri pedalabili entro il 2030 e sostenere il settore della bicicletta con politiche industriali. Cos’è e perché è importante la Cycling strategy approvata dal Parlamento europeo.
Le vendite di bici segnano nel nostro continente i numeri più alti della storia. Con ricadute positive sull’occupazione e sulla qualità dell’aria.
Il mercato delle bici vola in Europa, segnando numeri mai così alti. Con ricadute positive non solo per quanto riguarda la qualità dell’aria, ma anche rispetto ai nuovi posti di lavoro che si creano. Un vero e proprio boom trainato soprattutto dalle e-bike, nonché dalle nuove abitudini di mobilità imposte dalla pandemia. Il rapporto Conebi, la Confederazione europea dell’industria del settore, evidenzia un balzo del valore di mercato del 40 per cento in un anno, con una crescita dell’occupazione pari a 30 punti percentuali.
I dati diffusi dall’Ancma (Associazione nazionale ciclo motociclo accessori) parlano di 22 milioni di unità vendute in Unione Europea e Regno Unito nel 2020, con un valore complessivo del mercato di 18,3 miliardi di euro. Solo in Italia, lo scorso anno sono stati venduti oltre 2 milioni di esemplari con un +17 per cento sul 2019: numeri che nel nostro paese non si vedevano dai primi anni 90’, quando esplose il fenomeno delle mountain bike.
Come evidenzia Erhard Büchel, il presidente di Conebi, “l’industria europea prosegue nella sua costante crescita, con il 2020 che si conferma come l’anno migliore da quando abbiamo iniziato ad analizzare i dati. Gli investimenti, inclusi quelli in innovazione, hanno superato gli 1,5 miliardi di euro, rispetto a un miliardo di euro nel 2019. Ciò ha alimentato una crescita della produzione senza precedenti in tutta la zona Ue”.
Dal rapporto della Confederazione emerge come ogni 1.000 bici prodotte in Europa, si creino dai tre ai cinque posti di lavoro: un rapporto che sale fino a nove nuovi occupati con le e-bike. Oggi in Europa si contano oltre 1.000 piccole e medie imprese manifatturiere sostenibili, che forniscono 155.000 posti di lavoro legati direttamente o indirettamente alla produzione. Prendendo in considerazione anche il cicloturismo, i servizi come la logistica dei centri urbani e il bikesharing, nonché l’intero settore retail, l’intero comparto supporta oltre 850mila posti di lavoro “verdi”. Oltretutto, più bici nelle strade vuol dire anche aria più salubre, con una riduzione delle emissioni quantificabile in oltre 2 milioni di tonnellate di CO2 in meno ogni anno.
Un capitolo a parte meritano le bici elettriche, che stanno incontrando rapidamente il favore di un pubblico sempre più vasto. “I cittadini europei – spiega Manuel Marsilio, direttore generale di Conebi – stanno selezionando opzioni di mobilità elettrica più ecologiche e questo ha portato le e-bike a registrare un incredibile aumento delle vendite del 52 per cento in termini di valore”. Il mercato degli accessori ha raggiunto quota 3 miliardi di euro, evidenziando la necessità di investire maggiormente nella produzione locale e continentale.
Spinta dal boom della domanda, dagli investimenti nelle infrastrutture ciclabili e dalle misure politiche tese a favorire la transizione ecologica, l’industria europea della bici potrebbe raddoppiare il proprio valore entro i prossimi quattro anni. Ma, come rimarca il presidente di Confindustria Ancma Paolo Magri, “questi dati dimostrano quanto lavoro hanno ancora davanti il comparto e il legislatore nel valorizzare questo trend di crescita, nel promuovere l’utilizzo della bici e nello sviluppare un’equilibrata e sicura infrastrutturazione ciclabile che sia attrattiva anche dal punto di vista turistico”.
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