Brasile, le calciatrici vincono la partita della parità di genere

La federazione calcistica del Brasile ha deciso di introdurre la parità nei premi e indennità concessi a calciatrici e calciatori delle squadre nazionali.

D’ora in avanti, le prodezze di Neymar e Roberto Firmino varranno tanto quanto quelle di Marta Vieira da Silva. Le calciatrici della nazionale brasiliana percepiranno, infatti, identici premi e indennità rispetto ai loro colleghi di sesso maschile. La notizia è stata ufficializzata mercoledì 2 settembre dalle federazione sportiva del paese sudamericano.

Restano distanze abissali tra i contratti di uomini e donne nei club

A livello puramente finanziario, si sa, la maggior parte delle (cospicue) somme di denaro che intascano le stelle del calcio arrivano dai club. Liverpool, Barcellona, Juventus, Real Madrid, Bayern Monaco: sono loro che mettono sotto contratto gli atleti e garantiscono loro introiti astronomici. Ma la decisione della Confederação Brasileira de Futebol resta in ogni caso di grandissima importanza dal punto di vista simbolico.

calciatrici brasiliane
La stella del calcio brasiliano femminile Marta Vieira da Silva © Buda Mendes/Getty Images

Il presidente dell’organizzazione che gestisce il calcio carioca, Rogerio Caboclo, ha spiegato nel corso di una conferenza stampa che “le calciatrici guadagneranno le stesse cifre dei calciatori. Non ci saranno più differenze di genere”. Ciò a partire dai Giochi Olimpici e dalla Coppa del mondo (prevista nel 2023).

La ct del Brasile femminile: “Un momento storico per le calciatrici”

Tra le prime a commentare la svolta è stata la selezionatrice del Brasile femminile, Pia Sundhage. Indossando una mascherina di fronte ai cronisti ha dichiarato: “Spero che tutti riescano a vedere il mio sorriso anche solo guardandomi negli occhi. È qualcosa di storico ed è bellissimo poter far parte di questo passaggio”.

Una decisione identica era arrivata già nel novembre del 2019 da parte della Federazione calcistica australiana. Di strada, tuttavia, ce n’è ancora molta da fare: basti pensare che le campionesse del mondo americane si sono rivolte ad un giudice per ottenere una parità di remunerazione rispetto agli uomini, ma il tribunale ha rigettato la richiesta.

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