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A Brescia ci sarà un’oasi per il recupero e la cura della fauna selvatica. Animali feriti, ma anche specie esotiche maltrattate e importate illegalmente.
La provincia di Brescia ospiterà presto un centro di recupero e soccorso della fauna selvatica in difficoltà (Cras – Centro recupero animali selvatici), idoneo anche alla gestione delle specie esotiche ed “esotiche non invasive” reduci da maltrattamenti o illegalmente importate in Italia. Grazie a uno speciale finanziamento, la città lombarda diventerà così uno dei poli principali per la cura e la salvaguardia degli animali selvatici nella regione.
L’oasi faunistica di Brescia non gestirà solo la fauna selvatica presente in Lombardia, ma diventerà anche un punto di attrazione per la cura e la protezione delle specie esotiche che, spesso, sono detenute illegalmente. “La Lombardia è un territorio che presenta una grande biodiversità e una ricca varietà di flora e fauna, distribuita tanto in pianura quanto nelle nostre montagne, dove in alcune zone possiamo vantare la presenza di marmotte, scoiattoli, colonie di stambecchi, lepri e galli cedroni.
Non dimentichiamoci inoltre che in Lombardia abbiamo diversi parchi regionali (quello del Ticino, condiviso con il Piemonte, si estende per circa 90mila ettari) e una vasta sezione del Parco nazionale dello Stelvio. Tra parchi nazionali, parchi regionali, riserve naturali, monumenti naturali e parchi locali di interesse sovra-comunale, le aree protette da parchi e riserve occupano il 22,83 per cento della superficie regionale. Alla luce di queste peculiarità ho ritenuto importante focalizzarmi sulla tutela e la salvaguardia degli animali selvatici, istituendo un’oasi all’interno della quale personale qualificato ed esperto possa garantire loro cure adeguate e protezione”, spiega Gianluca Comazzi, consigliere regionale a Milano e presidente Fiba (Federazione italiana benessere animale).
Come già avviene all’interno delle altre oasi presenti sul territorio lombardo – quella di Vanzago nel milanese e quella di Valpredina in provincia di Bergamo – il Cras sarà chiuso al pubblico per preservare il benessere degli animali ospitati e per evitare che un contatto ravvicinato con estranei possa nuocere al loro recupero.
“Al centro potranno accedere soltanto gli addetti ai lavori, cioè il personale operante all’interno della struttura. Il recupero e la cura degli animali selvatici è un lavoro complesso, che richiede grande delicatezza. La presenza costante di turisti o visitatori rischierebbe di compromettere la tranquillità dell’ambiente e la serenità degli animali. Chi fosse interessato può comunque contattare le strutture, per sondare la possibilità di effettuare una visita al loro interno”, aggiunge Comazzi.
Il benessere della fauna selvatica è importante per il nostro ecosistema. E basta poco per spezzarne il delicato equilibrio. L’oasi di Brescia servirà anche e soprattutto a questo scopo. “La presenza di centri come questi e di un personale attento e qualificato al loro interno è già di per sé sintomo di una maggiore attenzione verso gli animali e l’ambiente che ci circonda e al quale anche noi apparteniamo. Una maggiore divulgazione in merito alle oasi e al prezioso lavoro che viene svolto al loro interno può sicuramente contribuire a instillare nei cittadini una nuova consapevolezza in materia di tutela dei diritti degli animali”, specifica Gianluca Comazzi, che ha fortemente voluto il centro bresciano. Iniziative simili sono comunque in programma anche in altri territori lombardi nell’ottica di un sempre miglior approccio alle tematiche delicatissime della custodia e della protezione del territorio.
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