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Camerun, 12 ostaggi di cui 5 italiani liberati dai separatisti
Cinque turisti italiani e sette svizzeri, in viaggio organizzato con l’African Adventure Group, sono stato rapiti e poi rilasciati nel Camerun occidentale da un gruppo indipendentista anglofono. La notizia arriva dal ministero delle Comunicazioni del Camerun, che ha spiegato che il gruppo terrorista era armato. I 12 turisti sarebbero stati tratti in salvo dai militari
Cinque turisti italiani e sette svizzeri, in viaggio organizzato con l’African Adventure Group, sono stato rapiti e poi rilasciati nel Camerun occidentale da un gruppo indipendentista anglofono. La notizia arriva dal ministero delle Comunicazioni del Camerun, che ha spiegato che il gruppo terrorista era armato. I 12 turisti sarebbero stati tratti in salvo dai militari camerunensi “in una operazione speciale”. Contemporaneamente all’assalto al gruppo di turisti, altre azioni di stampo terroristico sono state messe in atto, ma senza conseguenze: il governo parla di “decine di assaltatori arrestati” e di “armi, munizioni e grandi quantità di droga sequestrate”. I fatti, resi noti solamente oggi, sarebbero avvenuti “tra ieri e l’altro ieri” come spiega su twitter il viceministro degli Esteri Mario Giro, che aveva risposto a un tweet del rapper Frankie Hi-Nrg (“Bello scoprire che dei connazionali erano stati rapiti nel momento in cui vengono liberati”). Giro ha aggiunto: “Ringraziamo le autorità del Camerun per la loro efficienza”.
Tutto é accaduto tra l altro ieri e ieri. Ringraziamo le autorità del camerun x la loro efficienza. https://t.co/D4W7a6Xu2A
— Mario Giro (@marioafrica) 4 aprile 2018
La versione dei turisti
In realtà i turisti svizzeri, già intervistati dal Corriere del Ticino, hanno smentito la versione del governo camerunense, spiegando che non ci sarebbe stato alcun blitz, bensì di essere stati liberati dagli stessi sequestratori dopo 6 ore di detenzione: “Abbiamo avuto paura ma ci hanno lasciato andare via e ci hanno ridato tutto. Non ci hanno rubato nulla e non ci hanno fatto del male. Poco dopo la liberazione abbiamo incontrato la polizia”.
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