
In Italia, gli under 35 sono i protagonisti di uno storico ritorno nei campi. E, grazie a spirito di innovazione e competenze acquisite, rendono le aziende più sostenibili.
Creare un contatto diretto tra agricoltori e consumatori: questo è l’obiettivo dell’iniziativa Campi da sapere di Alce Nero. La quarta tappa dedicata ai vegetali ci ha portato a Corte all’Olmo, in provincia di Verona.
Un tripudio di colori, sapori, forme e consistenze. Mangiare frutta e verdura fresche e gustose è uno dei grandi piaceri quotidiani. Con la modernizzazione della produzione e l’intensificazione dei consumi, però, ci siamo abituati a mangiare prodotti anonimi, banalizzati e sempre meno salutari. Ora è giunto il momento di cambiare. Per questo è fondamentale sostenere l’agricoltura biologica per assicurarci la possibilità di mangiare vegetali naturali e nutrienti, ogni giorno.
Campi da sapere è l’iniziativa di Alce Nero – azienda biologica con più di 30 anni di esperienza – che porta le persone direttamente nei luoghi dove vengono coltivati i suoi prodotti. La quarta tappa del tour nazionale si è tenuta nell’azienda agricola, agriturismo e fattoria didattica Corte all’Olmo a Ca’ di David, in provincia di Verona, il 17 maggio. Così, dopo le prime tre dedicate al miele, alla frutta e all’olio di Alce Nero, i vegetali sono stati i protagonisti di questa tappa.
Tema centrale dell’evento è il ruolo dell’agricoltura biologica nel garantire la salute dell’ambiente e delle persone. Bilogico non è solo un metodo di coltivare, ma “un modo d’intendere”, una filosofia in cui “la persona è centrale perché lega la terra ai suoi prodotti e dà significato al cibo”, ha affermato Lucio Cavazzoni, presidente di Alce Nero.
Nel fare un quadro del panorama nazionale, Cavazzoni ha presentato dati importanti. Mentre in Italia circa il 13 per cento dei terreni agricoli sono coltivati biologicamente, in Lombardia questa percentuale scende al 3 per cento. Eppure in questa regione si concentra il 40 per cento dei consumi di prodotti biologici a livello nazionale, a dimostrazione che il sistema agricolo deve ancora adeguarsi alla crescente domanda per questo tipo di prodotti.
Della relazione tra produttori e consumatori ha parlato anche Andrea Bertoldi, direttore generale di Brio, azienda che lavora con Alce Nero dal 2011 e importante realtà nella commercializzazione di prodotti alimentari biologici. Bertoldi ha sottolineato come Campi da sapere offra “un punto di contatto tra chi coltiva e chi consuma, un’occasione più unica che rara per due mondi che normalmente non comunicano direttamente”.
A separarli, infatti, c’è la grande distribuzione che non rappresenta né gli interessi degli uni né degli altri. Di conseguenza il ruolo dei consumatori è fondamentale per sostenere un’agricoltura non solo biologica ma che coltivi la biodiversità: “È importante che cambiamo tutti noi”, ha affermato Bertoldi, affinché il sistema attuale cambi davvero.
Che le verdure facciano bene lo sanno anche i bambini. Grazie all’intervento del dottor Franco Berrino, medico ed epidemiologo, si è approfondito questo tema spesso preso per scontato. Oltre a spiegare scientificamente perché le verdure sono essenziali alla salute, Berrino ha sottolineato un altro aspetto fondamentale per il benessere, cioè il valore emotivo di mangiare una grande varietà di vegetali naturali, e quindi biologici: la biodiversità è bellezza, “il biologico è bellezza” e “questa bellezza fa bene alla salute”.
Inoltre, quando gli alimenti vengono coltivati con amore anche i fruitori finali sono chiamati ad apprezzarli. Berrino ha esortato il pubblico a non vedere l’atto di cucinare come un peso, ma invece considerare “la preparazione della cena un’opera d’arte quotidiana”.
Affondare il coltello nel cavolo cappuccio è come musica, è come un’opera d’arte vivente in stile liberty, dice Berrino ?#campidasapere https://t.co/MthVsf3dAu
— LifeGate (@lifegate) 17 maggio 2017
Berrino ha citato proprio l’azienda agricola dove si è tenuto l’incontro come un esempio da seguire. Corte all’Olmo, infatti, nasce dal desiderio della fondatrice Vanda Brutti di crescere i suoi tre figli a contatto con la natura. Così ha deciso di dedicarsi all’agricoltura biologica e all’attività di agriturismo e fattoria didattica come espressione massima della sua scelta di vita.
Corte all’Olmo coltiva 18 ettari biologicamente dal 1996 (la certificazione è arrivata dopo tre anni di conversione). Filippo Zampieri si occupa di gestire le attività agricole dell’azienda fondata da sua madre Vanda. Uno degli aspetti fondamentali del suo lavoro è quello di garantire una produzione biologica, migliorandola costantemente. Ad esempio, l’irrigazione delle piante avviene dal basso invece che dall’alto per risparmiare acqua; un campo di meli viene coltivato con l’utilizzo di reti che proteggono le piante e quindi permettono di ridurre l’utilizzo di sostanze aggiuntive, anche quelle permesse nell’agricoltura biologica; l’azienda è anche impegnata a coltivare alcuni prodotti, come l’insalata, adottando i principi dell’agricoltura biodinamica.
Corte all’Olmo, come le altre aziende protagoniste di Campi da sapere, esprime il meglio di un’agricoltura non solo fondata su un rapporto più sinergico con la natura e le persone – sia quelle che lavorano la terra sia quelle che mangiano i suoi prodotti – ma in cui si coltiva in maniera sempre più naturale e con un minor impatto sull’ambiente. L’obiettivo finale è che realtà come questa non appartengano solo a una nicchia ma che la loro filosofia contamini l’intero settore agroalimentare. E tutti noi, scegliendo di comprare alimenti freschi coltivati biologicamente, possiamo sostenere il cambiamento.
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