Il Living planet report del Wwf testimonia che la crisi della biodiversità è reale e intrecciata alla crisi climatica. Ma possiamo invertire la rotta.
Lo scatto del cavalluccio marino dimostra che abbiamo un problema con la plastica in mare
Una delle foto finaliste del Wildlife photographer of the year 2017 mostra lo “stridente abbraccio” tra un cavalluccio marino e un cotton fioc. Il commento di Legambiente sul legame tra le nostre cattive abitudini e il mare.
Il cavalluccio marino è una specie in via di estinzione, la plastica in mare una “nuova” specie in via di espansione. Lo potremmo leggere così questo stridente abbraccio tra un hippocampus e un cotton fioc.
La foto di Justin Hofman, scattata in Indonesia, è tra le finaliste del Wildlife photographer of the year 2017, uno dei più prestigiosi premi al mondo riguardante la fotografia naturalistica. Naturalistica, appunto. Neanche questo concorso riesce a ignorare la più grande emergenza dei mari e degli oceani del mondo, quella dei rifiuti. E non ignora neanche la stretta correlazione che c’è tra le nostre cattive abitudini, il nostro stile di vita, il nostro modo di consumare e “buttare” e le incalcolabili conseguenze che si ripercuotono sul nostro mare e sul delicato equilibrio della biodiversità. Una biodiversità fragile e fortemente minacciata. Si calcola che nel 2050 nei nostri mari ci saranno più plastiche che pesci. Più che mai urgente una risposta forte dei governi del mondo che sono chiamati ad adottare serie e immediate misure per invertire la rotta, intervenendo principalmente sulla gestione dei rifiuti a monte, sul quadro legislativo e produttivo, sulle campagne di sensibilizzazione.
Un mare di plastica e cattive abitudini
Sarà un caso ma, tra le migliaia di oggetti di plastica che galleggiano dei nostri mari, il cotton fioc è forse tra i più rappresentativi della correlazione che c’è tra le nostre cattive abitudini e il mare. Tutti i rifiuti che arrivano in mare ci arrivano perché l’uomo non è stato in grado di gestirli a monte. I cotton fioc ci arrivano in maniera molto diretta perché vengono scaricati dai wc delle nostre case, raggiungendo il mare anche a causa di sistemi di depurazione inefficienti.
A qualcuno sembrerà banale ribadire che nessun rifiuto deve essere buttato nel wc (anche se c’è scritto “biodegradabile”). Può sembrare banale ma assicuriamo che ce n’è ancora molto bisogno. Infatti, il 10 per cento dei rifiuti sulle spiagge italiane è costituito da cotton fioc, quasi settemila pezzi trovati in 46 spiagge monitorate da Legambiente tra il 2016 e il 2017, uno a ogni passo. Sono questi i dati che hanno spinto Legambiente e Ogilvy Change a creare la campagna #Norifiutinelwc, per informare e sensibilizzare i cittadini, ma anche per chiedere una legge che possa vietare la commercializzazione dei bastoncini per le orecchie di plastica a favore di soluzioni compostabili.
E speriamo che, nelle prossime edizioni, il Wildlife photographer of the year possa ritornare a premiare scatti sottomarini altrettanto belli come questo ma meno contaminati dalla plastica e dai nostri rifiuti.
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