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In Trentino una centrale idroelettrica di inizio Novecento si è trasformata in un centro per le arti contemporanee. Centrale Fies è un progetto di successo e un esempio di cultura per l’ambiente.
Una centrale idroelettrica di inizio Novecento, in parte ancora attiva, diventa un centro indipendente di residenza e produzione delle arti contemporanee: si chiama Centrale Fies, un luogo speciale, diventato punto di riferimento artistico e culturale in questa valle ma anche a livello internazionale. Un esempio incredibile di valorizzazione e riconversione che guarda al futuro, armonizzandosi nell’ambiente. Accade, non a caso, in Trentino.
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In questa centrale idroelettrica, dal 1999, una cooperativa locale, Il Gaviale, organizza un festival ed eventi culturali: nasce così Centrale Fies. Nel corso degli anni poi il progetto iniziale si è evoluto e oggi la centrale è un luogo dedicato in modo permanente all’arte e alla creatività e ospita artisti in residenza da tutto il mondo. La struttura è stata anche a questo scopo restaurata e ora rappresenta uno degli esempi di riuso di archeologie industriali più virtuosi ed efficaci in Italia. Ma partiamo dal territorio in cui sorge e dalla sua storia: siamo nel Trentino sudoccidentale, nella valle dei Laghi – chiamata così perché qui si concentrano, tra medi e piccoli, nove incantevoli specchi d’acqua – dove nel 1911 venne costruita una centrale idroelettrica, sotto la dominazione asburgica. Una struttura imponente ma elegante, tanto da sembrare un castello, in parte tutt’oggi attiva, che occupa una zona ideale: tra il poderoso fiume Sarca e le Marocche di Dro, il più imponente fenomeno di frana per crollo e scorrimento di materiale lapideo a livello europeo. Un luogo isolato ma vivo, storico e moderno al tempo stesso.
Per il restauro sono stati seguiti criteri di economicità, essenzialità, risparmio energetico e innovazione, utilizzando materiali che fossero in perfetto dialogo con la struttura esistente, e che non ne mutassero l’essenza. Così nell’ex complesso industriale, nel quale l’attività è stata dismessa da 30 anni, ora la galleria trasformatori è diventata uno spazio per allestimenti di mostre e momenti pubblici quali incontri, workshop e presentazioni; la sala turbine è un ampio teatro all’occorrenza divisibile in due sale da 200 posti cadauna; le sale forgia, comando e mezzelune sono utilizzate sia come sale prova che come spazi per la presentazione pubblica delle performance. Centrale Fies dispone anche di una foresteria attrezzata per le residenze invernali mentre quelle primaverili ed estive occupano le ex abitazioni degli operai.
Ogni settore, ogni reparto della vecchia “industria”, oggi è così utilizzato per creare un’energia nuova, ancor più potente di quella originaria. Tra il rumore del fiume che scorre, l’imponenza delle montagne e i fitti boschi, si dà vita all’arte e si accoglie chi ne crea, in tutte le forme possibili.
L’idea progettuale che fa vivere la nuova Centrale è innovativa e articolata: nasce da una riflessione sul contemporaneo, e l’arte ne è certamente l’aspetto più rilevante, ma tende anche anche ad altre discipline dirette talvolta anche alle imprese e ai professionisti. Centrale Fies mette a disposizione spazi fisici e mentali di lavoro condiviso fra imprese culturali, centri di ricerca e soggetti imprenditoriali che operano in settori altri rispetto a quello della cultura, al fine di individuare e attivare processi che possano contribuire a portare all’elaborazione di nuovi modelli sociali ed economici efficaci per le imprese.
L’occasione e il momento migliore per vedere cosa accade concretamente in Centrale, e come sia stato valorizzato questo spazio, è a luglio durante il festival Drodesera: un appuntamento nato nel 1980 che inizialmente proponeva i propri spettacoli di arti contemporanee nei cortili e nelle case di Dro. Dal 2000 invece il festival si sposta nella centrale idroelettrica di Fies (nome della località), e qui si producono alcune delle più interessanti compagnie di teatro e performing art italiane. L’edizione di quest’anno, in scena dal 20 al 28 luglio, ha come titolo Supercontinent² , a questo link tutti gli appuntamenti.
Tra le cose che ci piacciono di questo luogo e di Drodesera c’è il rispetto dell’ambiente: durante il festival infatti non è permesso raggiungere Centrale Fies con mezzi privati. L’organizzazione mette però a disposizione del pubblico un servizio di bus navetta gratuito. Perché la magia di questo luogo e di ciò che prende vita qui va preservata in ogni modo.
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