
Mai un episodio di sbiancamento così esteso aveva riguardato la Grande barriera corallina australiana: “Colpa del clima”, spiegano gli scienziati.
Il livello dei mari in Cina è aumentato in modo impressionante nel 2016. Un problema che sta facendo preoccupare il governo di Pechino alle prese con l’espansione incontrollata proprio delle città costiere.
Le coste cinesi sono sprofondate, e quindi il livello dei mari si è alzato, di 38 millimetri nel 2016. Un nuovo record secondo quanto si legge nel rapporto annuale dell’Amministrazione statale per l’oceano (State oceanic administration, Soa) di Pechino che danno ancor più sostanza alle conseguenze negative del riscaldamento globale. Una situazione senza precedenti visto che dall’inizio delle rilevazioni ufficiali, cominciate nel 1980, l’innalzamento medio dei mari al largo delle coste cinesi è stato di 3,2 millimetri.
Questo dato non fa che aumentare i rischi delle città affacciate sull’oceano legati alle mareggiate, alle inondazioni e all’erosione delle coste provocati da fenomeni climatici estremi quali El Niño e la sua controparte La Niña, le cause principali. Questi fattori, secondo quanto riportato dal meteorologo Manuel Mazzoleni di 3Bmeteo.com, “possono portare a una distruzione degli ecosistemi presenti alle foci dei fiumi”. Ecco perché i cambiamenti climatici non sono l’unica causa.
“La maggior parte delle città costiere in Cina sono localizzate su pianure alluvionali alle bocche dei corsi d’acqua, dove le strutture geologiche sono relativamente morbide – puntualizza Wang Hua, il capo del dipartimento per la prevenzione e la mitigazione dei disastri della Soa – Lo sfruttamento delle falde acquifere e la continua espansione delle metropoli hanno causato un fenomeno diffuso di subsidenza. Perciò i livelli del mare risultano in rapido aumento”.
La Cina ha 14.500 chilometri di coste popolate da 10 milioni di persone. E il numero è destinato ad aumentare visto che la migrazione dei cinesi dalle campagne alle città (le più popolose costiere) è in forte aumento. “Per questi motivi – conclude Mazzoleni – le autorità cinesi hanno annunciato che correranno ai ripari per difendere le regioni costiere più vulnerabili. Verranno migliorati i sistemi di drenaggio e saranno costruite nuove chiuse e dighe”.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Mai un episodio di sbiancamento così esteso aveva riguardato la Grande barriera corallina australiana: “Colpa del clima”, spiegano gli scienziati.
Una proposta dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente eliminerebbe quasi tutte le norme che limitano le emissioni di gas ad effetto serra.
Gianluca Grimalda è stato licenziato per essersi rifiutato di volare. Il racconto nel libro “A Fuoco” edito da Feltrinelli.
La Corte internazionale di giustizia dell’Onu ha pubblicato il suo attesissimo parere consultivo sulle responsabilità degli stati per la crisi climatica.
L’Agenzia europea per l’ambiente ha valutato le perdite in termini economici e di vite legate agli eventi estremi tra il 1980 e il 2023.
I dati dell’Eurobarometro sul clima dimostrano che i cittadini europei hanno a cuore le sorti del clima e chiedono alle istituzioni di agire.
Già 13 Regioni hanno emesso ordinanze anti-caldo basate sulla piattaforma Worklimate: “siesta” dalle 12.30 alle 16. E i musei diventano rifugi climatici.
La Commissione europea chiede di tagliare le emissioni nette di gas serra del 90 per cento entro il 2040, lasciando “flessibilità” sui metodi.
L’adattamento alla crisi climatica è un processo lungo e necessario. E a Rimini abbiamo visto che funziona, e come.