Eolico offshore e carbone, i record opposti della Cina nel 2021

La Cina ha costruito più impianti di eolico offshore nell’ultimo anno che il resto del mondo negli ultimi cinque. Ma c’è ancora molto da fare.

  • La Cina ha installato in un solo anno 26 gigawatt di eolico offshore.
  • Ha raggiunto il record mondiale in merito a questo tipo di fonte d’energia, nel giro di pochi anni.
  • Nonostante questo, è il maggior consumatore di carbone al mondo.

La Cina annuncia di aver costruito più impianti di eolico offshore solo nel 2021 che tutto il resto del mondo negli ultimi 5 anni. Prima del 2021, il record di impianti eolici al largo delle coste era detenuto dal Regno Unito, ma solo nell’ultimo anno la Cina ne ha realizzati per 26 gigawatt di potenza installata e ora rappresenta, a livello mondiale, la metà della capacità totale prodotta (parliamo di 54 gigawatt) da questo tipo di fonte rinnovabile.

Allo stesso tempo, però, la Cina rimane il maggior produttore di carbone (nel 2019 produceva oltre 22 mila terawatt di energia bruciando carbone, contro gli Stati Uniti, al secondo posto, con 3,9) e non intende abbandonarlo nel breve periodo, come ha dimostrato durante l’ultima Cop26 del 2021.

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Come ha fatto la Cina ha diventare leader?

Il primo progetto offshore cinese è del 2008. Da allora, e fino al 2016, la Cina ha accelerato i suoi sforzi nel settore delle energie rinnovabili, in particolare spingendo su eolico e fotovoltaico. In relazione agli impianti eolici offshore, nel 2019 la Cina era terza al mondo per potenza installata, dopo Regno Unito e Germania.

Ha installato l’eolico offshore sempre più in mare aperto

Dopo aver occupato quasi tutti gli spazi papabili entro 10 chilometri dalla costa, i nuovi impianti vengono installati più al largo. Condizione questa che ha portato all’implementazione di innovativi cavi sottomarini in grado di trasportare l’energia elettrica su distanze più grandi.

Ma c’è ancora molto da fare

Eppure lo scorso la Cina ha emesso il 5,5 per cento di emissioni in più rispetto al 2019 e l’84 per cento della sua energia è ancora soddisfatta da fonti fossili. Andando ad analizzare i dati più in profondità, però, si può notare come durante il terzo quadrimestre 2021, la Cina abbia prodotto meno emissioni (0,5 per cento) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Per gli esperti, questa è la dimostrazione di come le fonti rinnovabili possano aiutare il governo cinese a contenere l’aumento delle emissioni rispetto agli anni precedenti senza incrinare lo sviluppo economico. La vera sfida, pertanto, diventa quella di passare dalla fase di contenimento a quella della riduzione della CO2. E su questo la strada cinese è lunga.

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