Maldive. Prende forma la città galleggiante dove trasferirsi quando il mare avrà sommerso le case

Costruire una città galleggiante destinata a chi dovrà abbandonare la propria casa per l’innalzamento del livello dei mari: succede alle Maldive.

  • L’80 per cento del territorio delle Maldive supera il livello del mare di meno di un metro. Ciò significa che rischia di essere sommerso, a causa dei cambiamenti climatici.
  • Per questo è stata avviata la costruzione di una città galleggiante, a dieci minuti di navigazione dalla capitale Malè.
  • Le 5mila unità immobiliari ospiteranno circa 20mila persone. I lavori saranno completati entro il 2027.

I rendering avveniristici mostrano case variopinte, ciascuna con il suo piccolo molo, campi da basket e piazze in cui riunirsi all’ombra delle palme. Con una particolarità: è tutto sopra la superficie dell’acqua. Si presenta così infatti la nuova città galleggiante in costruzione alle Maldive, a dieci minuti di navigazione dalla capitale Malè. Un progetto pionieristico che nasce da un’esigenza molto reale: offrire un luogo in cui vivere alle persone che dovranno abbandonare la propria casa per l’innalzamento del livello dei mari.

L’innalzamento del livello dei mari minaccia le Maldive

Tra le manifestazioni dei cambiamenti climatici c’è anche la fusione, sempre più rapida, della calotta glaciale antartica e di quella della Groenlandia. Come conseguenza, il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (Ipcc) stima che tra il 1993 e il 2003 il livello dei mari sia aumentato di circa 3,1 millimetri all’anno. Un’analisi recente sostiene che, anche contenendo il riscaldamento globale entro i 2 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali, crescerà di un altro mezzo metro nel 2100. E non è uno scenario troppo lontano, considerando che abbiamo il 50 per cento di possibilità di superare gli 1,5 gradi già entro il 2026.

Questo fenomeno rischia di essere una catastrofe per i piccoli stati insulari. Come appunto le Maldive. L’arcipelago è composto da 1.190 isole: l’80 per cento della loro superficie supera di meno di un metro il livello del mare. Nell’arco di pochi decenni, o addirittura di pochi anni, intere porzioni di territorio potrebbero essere sommerse. E gli abitanti saranno costretti a trasferirsi altrove.

Una nuova città galleggiante per 20mila persone

Si prospetta dunque una vera emergenza abitativa per le 540mila persone che abitano alle Maldive: sono 200mila soltanto negli otto chilometri quadrati della capitale Malè. Per trovare una soluzione è stata costituita una joint venture tra il governo e la società di sviluppo immobiliare olandese Dutch Docklands. Il progetto, affidato allo studio di architettura (anch’esso olandese) Waterstudio, prevede di costruire una città galleggiante, con tutto quello che serve per ospitare 20mila residenti: non solo case e strade, dunque, ma anche scuole, ristoranti e negozi.

La Cnn fa sapere che le prime unità immobiliari galleggianti saranno presentate nel corso di giugno. Sono costruite in un cantiere navale locale, per poi essere rimorchiate fino alla loro esatta collocazione. Dopodiché vengono fissate a un grande scafo subacqueo in cemento, a sua volta avvitato al fondale attraverso palafitte telescopiche in acciaio. Lo studio di architettura assicura che tali strutture non saranno vulnerabili ai cambiamenti climatici, perché fluttueranno e si alzeranno anch’esse con le onde. Tutto questo senza che gli abitanti sentano mal di mare, grazie all’isolamento naturale fornito dalle barriere coralline.

In tutto ne saranno costruite 5mila. La città sarà abitata già a partire dal 2024, ma bisognerà attendere il 2027 per la fine dei lavori. Oltre a condurre un’accurata valutazione di impatto ambientale, i costruttori hanno realizzato banchi di coralli artificiali volti a favorire la crescita degli organismi marini.

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