Quest’estate è stata la più calda mai registrata e tutto fa pensare che il 2024 batterà ogni record di temperature: lo dice il servizio europeo Copernicus.
Clima, le temperature estreme potrebbero colpire anche persone sane e luoghi inaspettati
I dati relativi al cosiddetto wet bulb confermano che numerose zone della Terra diventeranno inabitabili a causa di temperature e umidità estreme.
Le soglie di temperature e umidità oltre la quali sarà impossibile vivere saranno superate in numerose aree del mondo e per periodi prolungati, a causa dei cambiamenti climatici. E ciò non rappresenterà un problema soltanto per le persone considerate normalmente “vulnerabili”, come anziani, neonati o cardiopatici. A patire le conseguenze del riscaldamento globale saranno anche coloro che godono di ottima salute.
I casi di Lahore in Pakistan e al-Hudaydah, nello Yemen
A spiegarlo è un nuovo studio pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Proceedings of the national academy of sciences (Pnas). Secondo l’analisi, alcune città in particolare vivranno condizioni estreme. Una di queste è Lahore, in Pakistan, già sconvolta da eventi meteorologici estremi nel 2022: qui si prevede che entro la metà del secolo i periodi di condizioni “invivibili” si produrranno per due o tre settimane all’anno. In quei giorni, in gioco ci sarà la sopravvivenza degli abitanti.
Ma questo accadrà se si verificheranno gli scenari meno catastrofici dal punto di vista dell’aumento della temperatura media globale. Qualora invece l’inazione (o l’azione ampiamente insufficiente) dei governi dovesse perdurare, ad avverarsi saranno le ipotesi più catastrofiche. E i giorni di “inabitabilità” nella metropoli pakistana diventeranno mesi.
Situazioni insostenibili anche negli scenari climatici più ottimistici
Ancor più tragica la situazione che potrebbe verificarsi nella città portuale di al-Hudaydah, nello Yemen, nella quale le condizioni estreme potrebbero durare da uno a due mesi nel caso degli scenari più ottimistici (+1,5 gradi di aumento della temperatura media globale rispetto ai livelli pre-industriali); per quasi tutto l’anno se si avvereranno le ipotesi più negative (+4 gradi).
Da tempo gli scienziati hanno infatti individuato un dato utile per comprendere quali siano le condizioni al di là delle quali si va oltre ai limiti della sopportabilità umana. Così, non si considerano soltanto le temperature e l’umidità relativa all’ombra, ma anche il cosiddetto wet bulb, ovvero la temperatura registrata da un termometro bagnato, indice considerato meno soggettivo e più preciso.
Le conseguenze delle temperature estreme in Europa e America del Nord
Alcuni studi avevano indicato che l’indice wet bulb più elevato al quale un essere umano può resistere sia pari a 35 gradi centigradi per un periodo di sei ore consecutive. Ma altri, successivi, hanno indicato che anche per soggetti giovani e sani il tetto massimo venga raggiunto a 31 gradi. Ad oggi, la maggior parte delle regioni calde e umide della Terra non supera generalmente un wet bulb di 25-27 gradi. Ma già in passato la Nasa aveva avvertito che tale soglia è stata superata numerose volte a partire dal 2005. A partire proprio dalle regioni subtropicali del Pakistan e del golfo Persico. Negli ultimi 40 anni la frequenza di tali fenomeni è triplicata.
Daniel Vecellio, autore principale dello studio e ricercatore presso il Virginia Climate Center della George Mason University, spiega che quando si accumulano periodi di settimane o mesi con dati di temperature e umidità estreme, la situazione diventa insostenibile per gli organismi umani, impedendo un sufficiente raffreddamento e causando una crescita incontrollata della temperatura corporea.
In macro-regioni come l’Europa e in America settentrionale, dove le persone non sono abituate a condizioni simili, la soglia di sopravvivenza potrebbe essere superata un paio di volte al decennio, anche secondo le ipotesi più ottimistiche in termini di riscaldamento globale. E ciò potrebbe comportare decine di migliaia di morti.
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