
Comincia oggi, domenica 6 novembre, la ventisettesima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite, a Sharm el-Sheikh, in Egitto.
Un nuovo rapporto delle Nazioni Unite spiega che le promesse dei governi sul clima sono ancora del tutto insufficienti.
“Le promesse dei governi sul clima sono ancora molto lontane rispetto al percorso che dobbiamo fare se vogliamo centrare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi”. Patricia Espinosa, segretaria dell’Unfccc, la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, ha commentato con rammarico e disappunto il nuovo rapporto di sintesi che valuta gli impegni degli stati in materia di contenimento delle emissioni di gas ad effetto serra.
L’analisi è intitolata Ndc Synthesis Report, proprio perché valuta le Nationally determined contibutions, ovvero i documenti all’interno dei quali ciascun governo ha dettagliato in che modo ritiene di contribuire alla limitazione del riscaldamento globale. I primi furono inviati dagli esecutivi di tutto il mondo prima della ventunesima Conferenza mondiale sul clima, la Cop 21, al termine della quale fu raggiunto, appunto, l’Accordo di Parigi. La valutazione di quelle promesse, tuttavia, indicò come esse fossero decisamente insufficienti nell’ottica di contenere la crescita della temperatura media globale, di qui al 2100, ad un massimo di 2 gradi centigradi, rispetto ai livelli pre industriali. E rimanendo il più possibile vicini agli 1,5 gradi.
È per questa ragione che le stesse Nazioni Unite hanno chiesto ai governi di rivedere le proprie Ndc. E di farlo entro il 31 dicembre del 2020. Tuttavia, come conferma il rapporto di sintesi, soltanto 75 nazioni (che rappresentano circa il 30 per cento delle emissioni globali) hanno comunicato nuove – e più ambiziose – promesse di riduzione della CO2. Tra i “diligenti” figurano moltissime nazioni a basso impatto climatico e soltanto due ad alto: il Regno Unito e il gruppo dei 27 paesi membri dell’Unione europea. Tutti gli altri non hanno risposto.
“Benché – spiega l’Unfccc – ci siano stati alcuni miglioramenti, il trend attuale ci porta soltanto ad una riduzione di un solo punto percentuale delle emissioni, al 2030, rispetto ai livelli del 2010. Mentre il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (Ipcc, ndr) ha spiegato che il calo deve essere di circa il 45 per cento, se si vorrà centrare l’obiettivo degli 1,5 gradi”.
Patricia Espinosa ha fatto sapere che un secondo rapporto sarà pubblicato prima della prossima Cop 26, prevista per il mese di novembre a Glasgow, in Scozia. E ha lanciato un nuovo appello, specialmente alle nazioni che emettono grandi quantitativi di gas ad effetto serra, a inviare le loro Ndc al più presto possibile.
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Comincia oggi, domenica 6 novembre, la ventisettesima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite, a Sharm el-Sheikh, in Egitto.
Le nuove promesse dei governi di riduzione della CO2 sono ancora largamente insufficienti rispetto a quando chiesto dalla scienza per salvare il clima.
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