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La manifestazione, prevista il 5 maggio a Torino, è stata ideata per difendere quello che Coldiretti definisce “un alimento determinante per la salute”.
Il consumo di carne è in lenta ma costante diminuzione nel nostro Paese, sempre più italiani ne hanno ridotto o eliminato l’utilizzo per una vasta gamma di motivazioni. C’è chi lo ha fatto per ragioni etiche, ogni anno vengono macellati per scopo alimentare miliardi di animali (i dati sono discordati, c’è chi dice 150 miliardi, chi 60, chi 108, in ogni caso cifre spaventose), spesso allevati in condizioni disumane, chi per motivi di salute, è ormai dimostrato che un eccesso di proteine e grassi di origine animale arreca danni al nostro organismo, e chi invece si preoccupa dell’immenso impatto ambientale causato dall’industria della carne, gli allevamenti generano infatti 32 miliardi di tonnellate di CO2 l’anno, il 51 per cento delle emissioni di gas serra a livello mondiale.
Coldiretti ha però additato queste scelte come “allarmismi infondati”, e ha indetto per il 5 maggio la prima giornata nazionale della carne. “Per la prima volta scendono in piazza le ragioni del 90 per cento degli italiani che consuma carne nonostante gli allarmismi infondati – si legge in un comunicato dell’associazione – le provocazioni e le campagne diffamatorie su un alimento determinante per la salute che fa parte a pieno titolo della dieta mediterranea, alla quale apporta l’indispensabile contributo proteico”.
L’appuntamento per la manifestazione, il cui hashtag è #bracioleallariscossa, è previsto al Centro Congressi del Lingotto di Torino, dove sono attesi quattromila soci di Coldiretti. L’evento prevede una grande grigliata all’aperto, prove di cucina e consigli di cuochi e macellai. La giornata si propone di essere “un’operazione verità sulla carne italiana ed i suoi primati qualitativi e di sostenibilità ambientale ma anche un’occasione per aiutare con equilibrio e buonsenso a fare scelte di acquisto consapevoli”.
Coldiretti associa la scelta di fare attenzione al consumo di carne (sia dal punto di vista della salute, sia del punto di vista dell’impatto ambientale) ad alcune “pericolose mode estreme”, contribuendo alla creazione di confusione sul tema. Non si tratta di uno scontro tra carnivori e vegetariani o vegani, ma piuttosto della necessità di tenere acceso un faro su di un alimento, la carne, che se consumato senza oculatezza e nei modi sbagliati (troppo cotta sulla griglia, insaccata o non accompagnata da verdure fresche di stagione, ad esempio) rappresenta un serio fattore di rischio per numerose malattie. Senza dimenticare che gli allevamenti intensivi hanno una responsabilità molto forte sulle emissioni di gas serra in atmosfera, tant’è che mangiare frequentemente carne ci allontana dagli obiettivi di taglio delle emissioni sottoscritti dai paesi di tutto il mondo a Parigi durante l’ultima Cop 21.
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