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In molte aree della Cina le lontre sono ormai estinte, ma in un fiume nel Qinghai è presente una popolazione vitale. Il merito sarebbe dei buddisti tibetani.
L’enorme espansione industriale della Cina, che ha portato il Paese ad essere la nazione al mondo che emette più gas serra, ha causato un drammatico degrado ambientale di cui le persone sono le prime vittime. L’inquinamento atmosferico contribuisce infatti alla morte di migliaia di persone ogni giorno. L’uomo non è, naturalmente, l’unica specie danneggiata, inquinamento e distruzione degli habitat hanno compromesso numerosi ecosistemi. In particolare la maggior parte dei fiumi cinesi è ormai priva di mammiferi di grandi e medie dimensioni. Eppure, nei pressi di una città che ospita oltre 200mila persone, è stata recentemente trovata una popolazione vitale di lontre (Lutra lutra), ormai estinte in molte altre aree. Il merito sembrerebbe essere sia degli sforzi di conservazione che delle iniziative dei buddisti tibetani.
La capitale della prefettura autonoma tibetana di Yushu, nella provincia cinese del Qinghai, è attraversata da due fiumi, Zhaqu e Changu, che confluiscono poi nel fiume Tongtian. In quest’area i ricercatori del Centro di Conservazione di Shanshui hanno effettuato un monitoraggio della durata di un mese e, grazie alle trappole fotografiche, alle impronte e agli escrementi rinvenuti lungo il corso del fiume, hanno documentato la presenza di una fiorente popolazione di lontre.
Un tempo la lontra era cacciata senza tregua per la sua preziosa pelliccia, ora la specie, inserita negli elenchi di fauna e flora protette della Cites, gode di maggiore protezione. Ciononostante il numero di lontre continua a diminuire, secondo quanto riportato dalla Iucn, e la specie si è estinta localmente nella maggior parte dei suoi vecchi areali. Se la caccia ha allentato la pressione ora questi mustelidi sono infatti minacciati dal degrado e dall’inquinamento degli ecosistemi fluviali.
Le lontre di Yushu sono però sopravvissute e sembrano passarsela piuttosto bene, grazie, anche, al buddismo. Oltre il 95 per cento della popolazione della città è tibetana e il buddismo, che promuove la compassione per tutti gli esseri viventi, ha una forte influenza. Una serie di credenze e tradizioni offre effettivi vantaggi alle lontre. Molti abitanti del luogo, ad esempio, non mangiano pesce, garantendone dunque una maggior quantità per le lontre. Ritengono inoltre che il taglio degli alberi o l’inquinamento delle acque possano fare adirare gli dei della montagna e del fiume, così facendo conservano importanti ecosistemi. I leader religiosi buddisti si sono infine espressi contro l’uso delle pellicce animali, contribuendo a ridurne drasticamente la domanda.
Non si può però chiaramente prescindere da efficaci e scientifiche iniziative di conservazione che, combinate con le “sostenibili” tradizioni buddiste, possono garantire la sopravvivenza della lontra in Cina. In tempi recenti il paese asiatico ha iniziato a comprendere l’importanza di proteggere il suo patrimonio ecologico, istituendo ad esempio la riserva naturale di Sanjiangyuan, anche chiamata dei Tre Fiumi poiché comprende le sorgenti del Fiume Giallo, dello Yangtze e del Mekong, e avviando un massiccio piano di riforestazione che prevede di aumentare la copertura arborea nazionale del 23 per cento entro il 2020.
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