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Il consenso scientifico sull’origine antropica dei cambiamenti climatici ha superato il 99 per cento. È quanto emerge da migliaia di pubblicazioni.
Sono gli esseri umani a provocare i cambiamenti climatici, per l’uso dei combustibili fossili e tutte le altre attività che emettono gas serra in atmosfera. Il consenso scientifico è ormai totale. Su migliaia di pubblicazioni sul clima pubblicate nell’ultimo decennio, infatti, oltre il 99 per cento sposa questa tesi.
Già nel 2013 John Cook, ricercatore dell’università del Queensland, in Australia, aveva passato in rassegna oltre 12mila studi sul clima pubblicati tra il 1991 e il 2011. Il 97,1 per cento sosteneva che il riscaldamento globale fosse provocato dalle attività antropiche, solo lo 0,7 per cento era apertamente contrario e il restante 2,2 per cento era neutrale.
A pochi giorni dall’inizio della Cop 26 di Glasgow, un nuovo studio pubblicato su Environmental research letters si pone di nuovo la stessa domanda, arrivando a un responso ancora più netto. Sugli 88.125 articoli scientifici sul clima pubblicati a partire dal 2012, soltanto 28 – tutti pubblicati per testate minori – esprimono posizioni scettiche. Tutti gli altri concordano sull’origine antropica dei cambiamenti climatici. Si può dire dunque che il consenso scientifico abbia superato il 99,2 per cento; a seconda delle stime, potrebbe arrivare addirittura al 99,9 per cento.
“Il caso è chiuso. Non c’è nessun nome di rilievo nella comunità scientifica che dubiti dell’origine umana dei cambiamenti climatici”, dichiara uno degli autori, Mark Lynas, noto divulgatore e docente presso la Cornell University. Il grado di certezza scientifica è paragonabile a quello di cui godono la teoria della tettonica a placche o quella dell’evoluzione. Quest’analisi fa il paio con il sesto report del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite, pubblicato ad agosto, che descrive come “inequivocabile” l’influenza umana sul riscaldamento dell’atmosfera, degli oceani e delle terre emerse.
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