Un compromesso piatto e al ribasso. La Cop30 sul clima ha deluso le aspettative ed è terminata con accuse reciproche tra i governi.
A Tianjin si terr
Dal 4 al 9 ottobre si terrà a Tianjin, in Cina, il
quarto e ultimo ciclo di incontri in preparazione della sedicesima
Conferenza delle Parti di Cancún, in Messico.
I delegati provenienti da ogni parte del mondo saranno divisi
in due gruppi in seguito alle decisioni prese alla Conferenza di
Bali del 2007: il primo impegnato a raggiungere un accordo
finalizzato a prolungare e incrementare gli obiettivi di riduzione
del Protocollo di Kyoto (in scadenza nel 2012) per i paesi
industrializzati; l’altro a migliorare l’intera Convenzione quadro
sui cambiamenti climatici firmata durante l’Earth Summit di Rio de
Janeiro nel 1992.
Lo scopo principale dei negoziati è quello di far
rientrare fra i paesi con obiettivi di riduzione vincolanti anche
le economie emergenti come Cina, India o Brasile. Questi stati,
infatti, non rientrando nel Gruppo dei paesi industrializzati, non
hanno sottoscritto nessun obbligo di riduzione nonostante siano tra
i maggiori responsabili delle emissioni di gas serra nell’atmosfera
a livello globale.
Per fare un esempio concreto, la Cina ha recentemente superato
gli Stati Uniti nella classifica dei paesi che emettono più
gas ad effetto serra in assoluto. Al contrario gli USA rimangono
saldamente in testa se si considera la classifica delle emissioni
di ogni singolo cittadino.
Il nuovo segretario della Convenzione Christiana Figueres ha
dichiarato che la Conferenza di quest’anno avrà lo scopo di
ridurre il numero di alternative sul tavolo. Tale affermazione
spegne sul nascere ogni speranza di veder conclusi entro quest’anno
i lavori ma rimane la fiducia sulla qualità dell’esito
finale, cioè che il futuro accordo possa effettivamente
rispondere alle esigenze che la lotta ai cambiamenti climatici
impone. Per questo sarà molto importante evitare un vuoto
giuridico in seguito alla scadenza degli obiettivi di Kyoto.
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