La siccità che sta devastando il Corno d’Africa è causata dall’uomo

Il Corno d’Africa sta vivendo una delle peggiori siccità della sua storia. E secondo uno studio del World Weather Attribution c’entrano i cambiamenti climatici causati dall’uomo.

  • Il Corno d’Africa vive la peggiore siccità degli ultimi 70 anni, non piove da ormai cinque stagioni.
  • 22 milioni di persone nell’area si trovano in stato di grave insicurezza alimentare e la siccità sta facendo aumentare i conflitti.
  • Secondo uno studio del gruppo World Weather Attribution all’origine ci sono i cambiamenti climatici causati dall’uomo.

I cambiamenti climatici causati dall’uomo hanno reso la siccità nel Corno d’Africa circa 100 volte più probabile rispetto all’era pre-industriale. E l’emergenza in corso nell’area non ci sarebbe stata senza l’emissione fuori controllo di gas serra da parte dei paesi più industrializzati. Sono le conclusioni di uno studio condotto da un team internazionale di ricercatori universitari e metereologici del gruppo World Weather Attribution, che ha stabilito una connessione diretta tra i cambiamenti climatici e la crisi umanitaria che da anni vivono paesi come la Somalia, l’Etiopia e il Kenya.

La siccità del Corno d’Africa

Il Corno d’Africa da ormai tre anni vive la peggiore siccità degli ultimi 70 anni. Per cinque stagioni consecutive non ha piovuto e anche quando è successo, come nelle scorse settimane, è stato un problema a causa della violenza delle precipitazioni che hanno causato inondazioni e decine di morti.

Etiopia, Somalia e Kenya sono i paesi maggiormente interessati da questa emergenza. Secondo il World Food Programme 22 milioni di persone nell’area si trovano in stato di grave insicurezza alimentare, dal momento che la siccità ha distrutto le coltivazioni e i terreni non riescono più ad assorbire la poca acqua che cade. 5,1 milioni di bambini saranno gravemente malnutriti nel corso del 2023 e molti sono già morti a causa di questa situazione: solo in Somalia nel 2022 la siccità e i suoi effetti hanno causato 43mila morti, di cui la metà bambini. E crescono gli sfollati: 1,7 milioni di persone in Etiopia e Somalia hanno dovuto abbandonare le loro case.

La carenza d’acqua non impatta solo l’alimentazione, ma anche i bisogni primari legati al mantenimento dell’igiene personale e del diritto alla salute. Gli impatti maggiori sono sulla parte femminile della comunità e nello scorso ottobre l’Alto Commissario dell’Onu per i rifugiati, Filippo Grandi, ha fatto appello ai leader globali perché assistano i paesi del Corno d’Africa nella lotta alla crisi climatica, che intensifica le violenze e i conflitti nell’area. La corsa alle poche risorse disponibili è infatti benzina sul fuoco per paesi come la Somalia che da lungo tempo vivono un contesto critico di guerriglia civile.

L’origine antropica

La situazione nel Corno D’Africa è critica e la causa non va ricercata nelle contingenze naturali. A rivelarlo è un nuovo studio del gruppo World Weather Attribution, secondo cui la tremenda siccità nella regione sarebbe di origine antropica.

La siccità nel Corno d'Africa
La siccità nel Corno d’Africa © YASUYOSHI CHIBA/AFP via Getty Images

Gli studiosi hanno analizzato i dati meteorologici e le simulazioni dei modelli computerizzati per confrontare la situazione attuale con quella pre-industriale a livello planetario del XIX secolo. In particolare sono state analizzate le precipitazioni degli ultimi due anni durante le due stagioni delle piogge e la conclusione è che i cambiamenti climatici hanno raddoppiato la possibilità di precipitazioni scarse come quelle attuali in primavera e reso più umida la stagione solitamente più secca dell’autunno. Un focus è stato fatto anche sull’innalzamento delle temperature, che ha avuto un impatto significativo sull’evaporazione di acqua dal suolo e dalle piante. Le scarse piogge e l’evapotraspirazione, entrambi conseguenza dei cambiamenti climatici, hanno reso situazioni estreme come quella che sta vivendo oggi il Corno d’Africa 100 volte più probabili rispetto al periodo pre-industriale. 

L’elemento chiave in questo senso sono le emissioni di gas serra di origine antropica e, come sottolineano gli scienziati autori dello studio, decisivo è l’abuso di fonti fossili da parte delle nazioni più ricche, con gli effetti negativi che si riversano soprattutto nelle aree più povere come il Corno d’Africa. 

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