La variante indiana del coronavirus si sta espandendo nel mondo ed è ormai stata individuata in 44 nazioni. A spiegarlo, nella mattinata di mercoledì 12 maggio, è stata l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Secondo la quale il paese nel quale essa è più presente è il Regno Unito.
La variante indiana definita “preoccupante” dall’Oms
Apparsa per la prima volta in India, la variante B.1.617 è stata dunque localizzata in decine di nazioni, “e in tutte le sei regioni dell’Oms”: Europa, Africa, Mediterraneo orientale, Sud-est asiatico, Americhe e Pacifico occidentale. Oltre ai 44 stati nei quali è certamente presente, la stessa organizzazione internazionale ha precisato che anche da altri cinque sono arrivate notifiche.
The coronavirus strain driving a catastrophic Covid-19 epidemic in India has been detected in 44 countries, the WHO says https://t.co/o0JXMXESlC
L’Oms ha definito inoltre “preoccupante” la variante indiana, alla quale è in parte attribuita l’esplosione della pandemia in India nelle ultime settimane. Anche se la ragione dell’impennata di contagi è legata anche ad una serie di elezioni che sono state organizzate dal governo, nonché alla tenuta di manifestazioni religiose, anch’esse consentite dall’esecutivo di Nuova Delhi. La B.1.617 si aggiunge alle tre già apparse nel mondo: la variante inglese, quella brasiliana e quella sudafricana, considerate più pericolose rispetto alla versione originale del coronavirus. Esse sono infatti più contagiose, più letali e maggiormente resistenti ai vaccini.
In India superati i 250mila morti da Covid-19
È bene sottolineare, però, che per quanto riguarda la variante apparsa in India, essa non è considerata necessariamente più grave dal punto di vista della patologia che determina, ma certamente più contagiosa. Il coronavirus indiano, in altre parole, si diffonde più velocemente.
Nella nazione asiatica il bilancio indica ormai più di 250mila morti. Ai quali si aggiungono ogni giorno circa 4mila vittime. Gli ospedali risultano congestionati e incapaci di rispondere alle necessità dei pazienti malati di Covid-19.
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