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Aumentano le opportunità per fare esperienze di viaggio eco-friendly in Kazakistan, anche grazie ai nuovi incentivi per lo sviluppo del turismo legato alle comunità locali
Il breve componimento giapponese dell’haiku, mette in contatto parole e sensazioni in un connubio unico, anche se nato come divertimento, è molto elegante
“Fiori di prugno.
Sull’aria profumata,
improvviso,
si leva il sole.
Un sentiero montano.”
(composto da Matsuo Basho, XVII
secolo)
In giapponese si definisce haiku una forma poetica di 17 sillabe,
costituite da tre brevi strofe, rispettivamente di 5, 7 e 5
sillabe. Si tratta di una delle forme più importanti, e
probabilmente più conosciute all’estero, di poesia
tradizionale. La sua estrema concisione e la difficile scelta dei
vocaboli per esprimere molto più di quello che si potrebbe
dire in 17 semplici sillabe, lo rende misterioso ed affascinante al
tempo stesso.
Questa “sintesi poetica” è nata come semplice forma di
divertimento
letterario presso gli intellettuali di corte del X
secolo. A quel tempo, infatti, era di moda improvvisare una breve
composizione poetica su un tema predefinito ed ognuno doveva
cimentarsi prendendo spunto dalla composizione precedente.
Data la sua brevità, era quindi utilizzato più come
una semplice esercitazione di tecnica linguistica, che come mezzo
espressivo di emozioni e sentimenti universali. Tuttavia è
proprio qui che gli haiku del periodo più tardo troveranno
il loro humus: sotto l’influenza della cultura zen
(intorno al XVI secolo), infatti, divennero il mezzo espressivo per
eccellenza che solo poteva suggerire quell’insieme di emozioni,
ricordi e sensazioni che una poesia descrittiva avrebbe limitato
nella sua gabbia di definizioni.
Colui che si avvicina ad un haiku deve essere pronto a lasciarsi
trascinare dalle sensazioni che allusioni e reminiscenze
provocheranno in lui. Il poeta ci
parla delle immagini da lui viste, dei suoni da lui
sentiti, dei profumi da lui percepiti… Le sensazioni, insomma,
anche se appena accennate, tendono a risvegliare nel lettore
ricordi e percezioni proprie.
L’haiku è espressione di un’ispirazione
improvvisa, come se l’emozione provata potesse
trasformarsi in un brivido o in un flash: non descrive a, ma
suggerisce molto.
Questa sua caratteristica brevità, è, senza dubbio,
un aspetto dell’influenza zen:
il discepolo, dopo lunghe e faticose
meditazioni, raggiungeva la sua illuminazione
solo per un istante, come un flash che attraversava la sua mente,
il suo cuore ed il suo pensiero e questa sua trasformazione poteva
essere resa a parole solo mediante un haiku. Un momento di forte
emozione o una circostanza particolarmente significativa della
monotona vita quotidiana, possono essere, infatti, uno dei migliori
spunti di composizione.
Altro esempio di haiku composto da Basho:
“Dilegua
l’eco della campana del tempio ;
persiste
la fragranza delicata dei fiori.
Ed è sera.”
Susanna Marino
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