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La storia a lieto fine di due elefanti, Mae Yui e MeBai, madre e figlia, separate per anni e finalmente riunite.
Strappare un cucciolo alla propria mamma è uno degli atti più crudeli che si possano compiere, a qualsiasi specie appartenga. Questo gesto diventa ancora più crudele se il cucciolo ha bisogno di cure parentali e protezione per un tempo particolarmente lungo. È il caso dell’elefante, l’infanzia di questi animali può durare oltre un decennio, lasso di tempo necessario alle madri per trasmettere ai cuccioli un complesso bagaglio di conoscenze.
Nonostante condividiamo questa condizione con gli elefanti, anche gli esseri umani hanno bisogno di stare a lungo con i genitori prima di essere autosufficienti, troppe volte l’uomo non prova empatia verso questi giganti gentili e ha la cattiva abitudine di rompere le famiglie di elefanti, a volte uccisi per le loro zanne altre volte catturati da cuccioli per essere venduti a fini di intrattenimento.
È il caso di MeBai, femmina di elefante asiatico (Elephas maximus) sottratta alla madre Mae Yui quando aveva appena tre anni per esibirsi in un campo turistico in Thailandia. MeBai, nonostante la sua piccola taglia, serviva per un programma di formazione dei mahout, ovvero coloro che cavalcano gli elefanti portando a spasso i turisti nella foresta (che a quanto pare considerano un vero spasso fare un’escursione seduti sul dorso di un animale addestrato con metodi coercitivi).
Il lavoro era massacrante per MeBai, o forse a lacerarla era la nostalgia del branco e della vita selvaggia, fatto sta che ha cominciato a perdere peso in maniera preoccupante fino a che non è stata sospesa dalla sua attività e assegnata al programma di recupero degli elefanti “Pamper A Pachyderm” dell’Elephant Nature Park, nella provincia di Chiang Mai, nella Thailandia settentrionale.
“Quando è arrivata alla riserva MeBai era debilitata e nervosa – ha dichiarato Sangduen “Lek” Chailert, fondatore dell’Elephant Nature Park – l’abbiamo nutrita finché non è tornata in forma dopodiché abbiamo anche iniziato a cercare notizie di sua madre”.
Chailert ha in breve tempo scoperto che la mamma del giovane elefante, Mae Yui, stava lavorando in un altro campo turistico a oltre sessanta miglia di distanza, ha contattato il proprietario del campo e gli ha chiesto di far incontrare madre e figlia, a lungo separate. L’uomo ha accettato e un gruppo di volontari del parco è partito con MeBai, camminando per quattro giorni per raggiungere il campo.
“Quando Mae Yui e MeBai si sono trovate faccia a faccia erano quasi scioccate – ha riferito Chailert – sono rimaste in silenzio a lungo poi di colpo hanno iniziato a comunicare e ad accarezzarsi con le proboscidi, cercando di colmare il vuoto degli anni della separazione”.
Oggi madre e figlia vivono di nuovo insieme, fanno parte di un programma che ne prevede la riabilitazione per consentire loro di tornare a vivere allo stato selvaggio, libere e insieme.
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