La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
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L’Università di Milano-Bicocca e il governo delle Maldive collaboreranno alla salvaguardia delle barriere coralline, fra gli ecosistemi più ricchi di biodiversità.
È nell’acqua che sono nate le prime forme di vita, e ancora oggi senz’acqua non ci sarebbe vita. Non solo per i motivi più ovvi, ma anche per una ragione che a volte passa inosservata. Senza gli oceani, che assorbono più del 90 per cento del calore in eccesso sulla Terra, le temperature globali sarebbero già fuori controllo. Per salvare noi, però, i mari di tutto il mondo stanno sacrificando se stessi. E gli esseri viventi, così affascinanti e per certi versi ancora misteriosi, che ospitano. Come i coralli. Esiste un paese interamente fatto di barriere coralline, i più diversificati ecosistemi marini del Pianeta, ed è proprio da lì che parte il viaggio verso la loro sopravvivenza: parliamo delle Maldive.
È quindi motivo d’orgoglio per l’Italia intera la firma, il 24 febbraio, di un accordo di collaborazione tra l’Università di Milano-Bicocca e il governo della Repubblica delle Maldive per la salvaguardia della barriera corallina del paese asiatico, e la stesura di un protocollo condivisibile in merito alle strategie adottate. Verrà infatti effettuato un vero e proprio censimento di tutte le tecniche utilizzate per il restauro delle scogliere coralline (in inglese coral reef restoration) con l’obiettivo di individuare quelle più efficaci, per poi redigere delle linee guida relative alla loro applicazione.
La partnership è stata siglata dalla rettrice dell’ateneo milanese, Giovanna Iannantuoni, e dal ministro della Pesca, delle Risorse marine e dell’Agricoltura della Repubblica delle Maldive, Zaha Waheed. “Il fatto che la firma di questo accordo così rilevante sia stata posta da due donne ai vertici delle loro istituzioni è un segnale dei tempi e, date le differenze sociali, culturali e religiose fra i nostri due paesi, ci dimostra che siamo tutti pronti ad un mondo in cui le competenze siano riconosciute indipendentemente dal genere, dalla religione, o da qualsiasi altra considerazione”, ha dichiarato Iannantuoni.
“Siamo molto orgogliosi della collaborazione con le Maldive su questo tema davvero cruciale, importante e strategico per il futuro del nostro Pianeta. È un momento di speranza: dopo un anno così terribile come quello che abbiamo vissuto, abbiamo capito quanto sia importante amare la nostra Terra, comprendere la nostra biodiversità e anche avere un’idea diversa di turismo, imparando a conoscere i luoghi nel rispetto della loro bellezza”.
La collaborazione fra la Bicocca e il governo maldiviano era già cominciata nel 2009 con l’istituzione del Marhe center diretto da Paolo Galli, un prestigioso centro di ricerca situato sull’isola di Magoodhoo e aperto agli scienziati provenienti da ogni parte del mondo. Insieme al Maldives marine research institute e all’Acquario di Genova, il centro studia nuove soluzioni per la salvaguardia delle specie marine: ha ideato, per esempio, una tecnica di coral reef restoration basata sulla selezione di super-coralli resistenti ai cambiamenti climatici, e ha sviluppato dei “cerotti per coralli” capaci di curare le patologie che affliggono tali organismi.
“L’istituto ha per noi un valore inestimabile sul fronte dell’educazione alla sostenibilità e alla biodiversità. L’università Bicocca è uno dei firmatari del protocollo sullo sviluppo sostenibile della Regione Lombardia e quindi sarà uno dei partner principali. Vogliamo che i nostri giovani possano aprirsi alla bellezza della natura; tutti noi abbiamo un padrone di casa che si chiama Terra e qui siamo solo ‘in affitto’”, ha commentato Fabrizio Sala, assessore all’Istruzione della Regione Lombardia.
L’obiettivo, infatti, è anche quello di coinvolgere gli studenti, sia quelli universitari sia quelli delle scuole superiori. Nasce così Corallamib, una call for ideas che offrirà l’opportunità di studiare presso il Marhe center a coloro che proporranno le migliori soluzioni per ridurre l’impatto antropico sulle barriere coralline.
“La barriera corallina maldiviana è un ecosistema unico al mondo, sul quale si fondano anche i pilastri della nostra economia. L’intento di proteggerla fa parte della nostra stessa storia, e della nostra stessa identità”, ha spiegato il ministro della Pesca delle Maldive, Zaha Waheed. Parole condivise anche dal ministro degli Esteri dello stato insulare.
Nonostante sia distante più di 7mila chilometri da noi, sono molte le cose che abbiamo in comune con quello che consideriamo un paradiso terrestre. L’acqua e il mare sono fondamentali anche per l’economia e il turismo italiani. E pure il Mediterraneo è un hotspot di biodiversità unico al mondo: stando al Wwf, il nostro mare contiene il 7,5 per cento delle specie presenti sul Pianeta in una superficie pari allo 0,82 per cento, con una ricchezza di specie per area dieci volte superiore alla media. Il fatto che due nazioni così possano lavorare insieme alle migliori strategie per proteggere questi tesori sommersi rappresenta un’occasione davvero unica.
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