L’associazione dei consumatori, analizzando otto campioni di riso basmati, ha rilevato la presenza di pesticidi in circa la metà dei campioni, e aflatossine in cinque di essi.
Secondo quanto osservato da ricercatori statunitensi, la dieta mediterranea ha del potenziale per contrastare i disturbi della sindrome dell’intestino irritabile.
Uno studio pilota condotto dai ricercatori del Michigan Medicine e pubblicato sulla rivista scientifica Neurogastroenterology & motility ha osservato che la dieta mediterranea può alleviare i sintomi della sindrome dell’intestino irritabile (Ibs) e rappresentare una possibile alternativa alla dieta a basso contenuto di Fodmap, ovvero di carboidrati a catena corta.
La sindrome dell’intestino irritabile colpisce tra il 4 e l’11 per cento della popolazione globale con disturbi come dolore addominale, gonfiore, stitichezza o diarrea. L’approccio dietetico che si è rivelato più efficace per contrastarla è la dieta low Fodmap che però è abbastanza restrittiva e difficile da seguire, quindi non sempre sostenibile nel lungo termine. Per Fodmap si intende una serie di carboidrati a catena corta, come lattosio, fruttani, fruttosio, galattani e polialcoli (tra i quali sorbitolo, mannitolo, xilitolo) che, contenute in molti alimenti ricchi di fibre, come verdure, cereali, legumi, frutta, funghi, possono essere male assorbite e rapidamente fermentate dai batteri nel tratto gastro-intestinale.
I ricercatori hanno dunque provato a considerare un’alternativa, confrontando gli effetti della dieta mediterranea con quelli della dieta low Fodmap. “Le diete restrittive, come quella a basso contenuto di Fodmap, possono essere difficili da adottare per i pazienti”, ha affermato Prashant Singh, gastroenterologo del Michigan Medicine e autore principale dello studio. “Oltre al problema dei costi e del dispendio di tempo, ci sono poi preoccupazioni relative a carenze nutrizionali e disturbi alimentari. La dieta mediterranea ci ha interessato come alternativa poiché non è una dieta di eliminazione e supera molte delle limitazioni legate alla low Fodmap.”
I partecipanti allo studio, venti in totale e tutti affetti dalla sindrome, sono stati divisi in due gruppi: uno ha seguito la dieta mediterranea e l’altro la dieta a basso contenuto di Fodmap per quattro settimane. L’obiettivo da raggiungere era una riduzione del 30 per cento dell’intensità del dolore addominale.
Secondo quanto osservato, nel gruppo che seguiva la dieta mediterranea, il 73 per cento dei pazienti ha raggiunto il miglioramento dei sintomi, mentre nel gruppo a basso contenuto di Fodmap l’obiettivo è stato raggiunto dall’81,8 per cento.
I ricercatori ritengono i risultati sufficientemente incoraggianti da giustificare futuri studi clinici controllati più ampi per indagare il potenziale della dieta mediterranea come intervento efficace per i pazienti con sindrome dell’intestino irritabile. “Questo studio si aggiunge a un crescente numero di prove che suggeriscono come la dieta mediterranea possa essere utile negli interventi dietetici per i pazienti”, ha affermato William Chey, medico, primario di Gastroenterologia presso l’Università del Michigan, presidente eletto dell’American college of gastroenterology e autore senior dello studio.
La dieta mediterranea potrebbe rappresentare una strategia valida nel lungo termine nel trattamento della sindrome dell’intestino irritabile considerando anche i suoi effetti benefici per la salute cardiovascolare, cognitiva e generale.
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