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Joao Pereira de Souza ha salvato questo pinguino nel 2011. Da quel momento Dindim torna ogni anno a passare l’estate dal pescatore. Cosa dimostra questa storia?
La storia raccontata dall’emittente televisiva brasiliana Globo Tv e ripresa dall’Indipendent sta facendo il giro del mondo. Racconta del rapporto che si è instaurato tra un pinguino di Magellano (Spheniscus magellanicus) e un pescatore di 71 anni, che vive su di un’isola al largo delle coste di Rio de Janeiro.
Nel 2011 il pescatore trova il pinguino coperto di catrame (cosa non rara in quel tratto di oceano) e decide di portarlo in salvo. Lo pulisce, lo nutre e lo rimette in salute, cosicché l’uccello è pronto per tornare al mare. “Non ne voleva sapere di andarsene, è stato con me per 11 mesi e appena cambiato il piumaggio è scomparso”, racconta Pereira de Souza alla tv. “Tutti mi dicevano che non sarebbe tornato, ma è da quattro anni che torna a farmi visita. Arriva in giugno e torna a casa in febbraio e ogni anno diventa sempre più affettuoso”. Percorrendo più di 3 mila chilometri ogni anno.
È noto che i pinguini di Magellano passino a terra il periodo che va da gennaio a febbraio per cambiare la muta, mentre da marzo a settembre l’uccello lo passa in mare, cibandosi e perfino dormendo in acqua. Torna poi nelle coste argentine e cilene per l’accoppiamento e la cova delle uova, a ottobre. Dopo circa 40 giorni dalla schiusa i giovani pulli e gli adulti son pronti per tornare al mare e migrare verso latitudini più elevate.
In questo caso Dindim deve aver trovato nella spiaggia abitata da Joao un ambiente familiare, sicuro, protetto, ricco di cibo e averla scelta come seconda casa.
Se guardiamo ai ritmi naturali e all’ecologia dei suoi simili, c’è qualcosa che non torna. Molto probabilmente il pinguino, di cui non si conosce il sesso, dopo che il pescatore l’ha curato e nutrito quando ancora non era giunto all’età adulta (i pinguini maturano tra i 3 e i 4 anni, durante un ciclo di vita di circa 25), vede nel pescatore un genitore o comunque un individuo della stessa specie, visto che riversa sull’uomo le stesse attenzioni e cure che riserverebbe ad un altro pinguino. In questo caso Dindim spende la maggior parte del tempo sulla terra ferma, al contrario di quello che fanno i suoi simili, mentre pare saltare totalmente il periodo dell’accoppiamento, cosa che dovrebbe essere prioritaria per il prosieguo della propria discendenza. Abbiamo quindi da un lato un rapporto nuovo, intenso, fermo nel tempo tra un pinguino e colui che l’ha salvato. Dall’altro però la vita di Dindim non è quella di un pinguino di Magellano.
Sta di fatto che questa storia ci insegna come sia possibile si instaurino dei rapporti capaci di dimostrare qualcosa di simile alla fiducia, alla gratitudine, all’amicizia anche nel mondo animale e soprattutto tra uomo e animali. “Sono lusingato che Dindim sia felice di trascorrere del tempo faccia a faccia con me. È un rapporto molto speciale”, conclude il pescatore.
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